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Il nuovo Decreto Ristori: più aiuti per i bar, ma non ai ristoranti

Maratona per gli ultimi ritocchi. L'obiettivo del governo: nuovo Decreto Ristori entro oggi, senza aggiungere altro deficit

Paolo Baroni
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ROMA. Un bar che per colpa di una "zona rossa" è costretto da oggi a tirar giù la serranda avrà in media circa 1.000 euro in più di indennizzo a fondo perduto dallo Stato. Se infatti sino a ieri il titolare di un esercizio pubblico con ricavi inferiori ai 400 mila euro l'anno per effetto dell'obbligo di chiusura alle 18 in media poteva aspettarsi 2.941 euro di indennizzo, col "Ristori bis" ne avrà 3.922.

Un ristorante, che col primo "Decreto Ristori", poteva contare in media su 13.920 euro non avrà invece alcuna maggiorazione. Rispetto al precedente pacchetto di aiuti, infatti, il nuovo decreto, che dovrebbe approdare oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, a fronte di chiusure h24 delle varie attività fissa gli importi dei nuovi contributi a fondo perduto ad un livello doppio rispetto a quanto erogato dopo il lockdown della scorsa primavera, quando sino al tetto dei 400mila euro di fatturato era stato rimborsato il 20% dei mancati incassi.

Per questo per i bar, che sino a ieri avevano diritto al 150% dei vecchi importi scatta l'aumento, mentre per i ristoranti (che già ricevono il 200%) no. Il lavoro dei tecnici è continuato "pancia a terra" anche nella giornata di ieri con l'obiettivo di chiudere entro oggi il testo del nuovo provvedimento che adegua i ristori alle nuove disposizioni che introducono nel Paese tre diverse fasce di aree di rischio: confermata sia l'estensione degli indennizzi a tutte le attività comprese nelle nuove zone gialle e rosse, un meccanismo automatico (un fondo a chiamata) per seguire gli eventuali spostamenti delle Regioni da una fascia all'altra e adeguare subito gli importi, come pure la possibilità di allargare la platea dei beneficiari ai bus turistici, alle pizzerie al taglio o al terzo settore, come si è impegnata a fare ieri la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo raccogliendo le istanze di Arci e Acli.

Anche i nuovi contributi verranno versati dall'Agenzia delle entrate direttamente sui conti correnti degli interessati nel giro di due settimane dal varo dei nuovi aiuti.A fronte di uno stanziamento che resta fermo a 1,5-1,6 miliardi di euro (di più il Mef senza ampliare di nuovo il deficit non può assicurare), alcune misure ballano ancora tra il Decreto bis e la prossima legge di Bilancio.

È il caso della proroga dei congedi al 50% per i lavoratori i cui figli non potranno più frequentare in presenza le lezioni, e del bonus baby sitter. Stando all'ultima bozza in circolazione queste misure, decisive al pari dei sussidi per sostenere tante famiglie, dovrebbero essere rinviate al 2021. Secondo la viceministra dell'Economia, Laura Castelli, invece saranno inserite da subito nel decreto Ristori bis.

«Noi stiamo lavorando giorno e notte, confrontandoci con tutti coloro che realmente vogliono farlo. A partire dalle categorie produttive e dalle forze politiche di opposizione - ha scritto su Facebook l'esponente dei 5 Stelle - Nasce anche da questo confronto il nuovo decreto che accompagna l'ultimo Dpcm. Ancora una volta, interveniamo, immediatamente, per sostenere le famiglie e le imprese che saranno chiamate a nuovi sacrifici. È la priorità che ci siamo dati: accompagnare l'economia, tutelando la salute». --

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