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Il vino in Italia: podio veneto e boom delle vendite online

Mediobanca: Cantine Riunite-GIV, IWB, Botter-Mondodelvino guidano le vendite. Wine-ecommerce: aumento 2021 del 60% dopo il più 132% dell’anno prima

Nicola Brillo
2 minuti di lettura

PADOVA. Negli ultimi 12 mesi le operazioni di M&A nel mondo del vino hanno trasformato la classifica dei principali produttori nazionali. La leadership di vendite nel 2021 resta comunque appannaggio del gruppo veronese Cantine Riunite-GIV, con fatturato a 635,2 milioni (+9,7% sul 2020).

Al secondo posto la Italian Wine Brands (423,6 milioni di euro) sale di cinque posizioni dopo l'acquisizione della veronese Enoitalia e della statunitense Enovation Brands Inc. Completa il podio il polo fra la veneziana Botter e Mondodelvino (Clessidra) in crescita del 19,3% sul 2020 a 415 milioni. È quanto emerge dallo studio annuale “Il settore vinicolo in Italia” redatto dall'Area studi di Mediobanca.

La classifica presenta altre cinque società con ricavi superiori a 200 milioni di euro: la cooperativa romagnola Caviro (389,9 milioni di euro fatturato, +7,7%), la trentina Cavit (fatturato 271 milioni di euro, +29,2%), la toscana Antinori (265 milioni di euro, +24,6%), la veneta Santa Margherita (220,6 milioni, +28,3%) e la piemontese Fratelli Martini (+5,4%, con un fatturato di 219,4 milioni di euro).

Tra maggiori incrementi di fatturato nel 2021, Tenute Piccini domina la scena con un +61% sul 2020 che la colloca davanti al gruppo Lunelli (+57,6%), a Terra Moretti (+47,6%), alla trevigiana Serena Wines 1881 (+40,1%) per chiudere con il +32,7% di Villa Sandi di Crocetta del Montello.

In termini di redditività (ovvero il rapporto tra risultato netto e fatturato), il 2021 vede in testa le società toscane e venete: Frescobaldi (25,6%), Santa Margherita (21,3%) e Antinori (17%). Alcune aziende hanno una quota di export molto elevata, in alcuni casi quasi totalitaria: Fantini Group tocca il 97,4%, Ruffino il 94,5% e il polo Botter-Mondodelvino il 91,1%.

Sulle prospettive future i maggiori produttori di vino si attendono per il 2022 una crescita del 4,8%, che arriverebbe al 5,6% per la sola componente export. A spingere le vendite, il successo delle bollicine (+5,7% i ricavi complessivi, +7,5% l'export) mentre i vini fermi si aspettano un +4,6% (+5,3% l'export).

Più scettici sul futuro gli operatori esposti sul canale GDO e Retail, mentre il maggior ricorso alla vendita diretta garantisce maggiore sicurezza. I mercati di prossimità (Paesi Ue) migliorano le aspettative sull'export.

In Italia, se si escludono le vendite online che transitano dai siti aziendali e da quelli della Gdo, oltre il 90% del wine ecommerce dei principali produttori è intercettato da piattaforme online specializzate. Complessivamente, nel 2020, le principali piattaforme hanno incrementato i ricavi del 132,8% sul 2019, e dai preconsuntivi 2021 risulta un ulteriore incremento superiore al 60%.

La classifica è guidata da Tannico che nel 2020 ha fatto registrare ricavi per 37,1 milioni di euro, in crescita dell’83% sul 2019. Aumenti in tripla cifra per Vino.com (+218,7%) che, superando i 30 milioni di euro, ricopre la seconda posizione e per Bernabei (+160,4%) a 25,9 milioni.

Sopra i 10 milioni di euro anche il fatturato di Callmewine (12,4 milioni), in aumento del 93,3%. XtraWine, raddoppiando il proprio fatturato rispetto al 2019, supera i 7 milioni di euro mentre Winelivery si avvicina allo stesso importo dopo una crescita del 491,6%. —

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