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Autonomia, Carraro (Confindustria): “Farà bene alle imprese, ma sono scettico su tutte le 23 materie”

“Non può e non deve diventare un nuovo tema che spacca il Paese, che penalizza la crescita dell'economia e la stabilità della finanza pubblica" ha però avvertito il vicepresidente nazionale degli industriali Vito Grassi

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“L'Autonomia differenziata non può e non deve diventare un nuovo tema che spacca il Paese, che penalizza la crescita dell'economia e la stabilità della finanza pubblica". Confindustria, con il vicepresidente Vito Grassi, lancia il messaggio da Venezia dove ha riunito il 26 di gennaio, a porte chiuse, le articolazioni del sistema di rappresentanza degli industriali (per un confronto ampio su tutti i temi aperti), e dove oggi in un evento pubblico è atteso anche il ministro Roberto Calderoli.

"Questioni pesanti", servono "risposte chiare" per "realizzare quella convergenza nazionale che, come Confindustria, auspichiamo con tutte le nostre forze"."L'autonomia potrà fare molto bene alle imprese, ma andrà fatta in maniera intelligente, non si può fare tutto, sono un po' scettico sulle 23 materie, alcune secondo me abbiamo avuto evidenza che vanno quantomeno trattate a livello nazionale, o sovranazionale come l'energia. Mentre su alcune cose potremmo andare incontro a un maggiore efficientamento burocratico, cose che danno un maggior spazio di sviluppo alle imprese».

Ha aggiunto il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro nel corso della conferenza "Transizione e sviluppo: il futuro dell'UE e delle Regioni" di Confindustria. Il rappresentante degli industriali ha poi proseguito: "Abbiamo poco tempo per rimettere a posto il Paese, anche il Veneto ha fatto grandissimi passi in avanti, è un percorso in itinere, che faremo nei prossimi anni. Nessuno si inventa nuove fonti, c'è una rincorsa forte al fotovoltaico, c'è un tema aperto sulle trivellazioni, tema su cui bisogna guardare con estrema attenzione senza paura e forti di scelte e condivisione scientifica. Il Delta del Po' è un'opportunità, non è Confindustria che può dire dove andare a fare le trivelle, ci aspettiamo che la politica sia cosciente e si rivolga in modo preciso".

Quindi Carraro ha offerto una precisazione sull'economia locale: "L'economia veneta sta reagendo, la chiusura del 2022 è andata bene per molte imprese, sta cambiando il sentimento di molti imprenditori, i sei mesi prossimi saranno difficili, forse un po' meno di quello che ci aspettavamo, potremo andare incontro a un 2023 che potrà reggere.

Da ultimo, sulle morti sul lavoro: “Siamo in prima linea, stiamo lavorando con aperture alla parte sindacale è un problema che si risolve insieme, si fa con i controlli, in questa regione forse non è strutturata al meglio, si deve far formazione". 

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