Grandi manovre nella corsa per Confindustria, i veneti cercano un candidato unico per il dopo Bonomi
Il tentativo è costruire una convergenza su Enrico Carraro ma la vicentina Beltrame potrebbe rompere il fronte
Roberta Paolini
Enrico Carraro
Le grandi manovre per succedere a Carlo Bonomi sullo scranno più alto di Confindustria sono solo agli albori. Nelle camere – e nelle anticamere – in cui si materializza il potere dell’Aquilotto si dice che è ancora troppo presto per azzardare totonomi. Per quello che riguarda il Veneto, in particolare, e il Nordest, in generale, le tessere sono in movimento.
Anche se la storia recente e neanche tanto recente ricorda, purtroppo, che questo territorio non è mai stato in grado di coagularsi attorno ad una leadership. Questa tornata potrebbe essere quella buona. Ma solo nel terreno dell’ideale. Da quel che filtra, in questo momento, quello che si sta cercando di fare è di lavorare per capire se ci può essere convergenza sul nome di Enrico Carraro, attuale leader di Confindustria Veneto.
Il suo profilo sarebbe perfetto, per una pluralità di ragioni, come numero uno di Viale dell’Astronomia. Ma solo nel caso in cui ci fosse una convergenza totale si potrebbe andare dal diretto interessato per chiedergli di rompere la riserva. E solo a quel punto provarci. Carraro non è uomo avvezzo agli strappi e non accetterebbe mai una corsa senza il supporto di tutto il territorio e non avendo possibilità di vincere. E qui sta il primo scoglio.
Perché in Veneto ci sarebbe anche un altro nome che gira, l’attuale vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione Barbara Beltrame Giacomello. Come rivelato da Milano Finanza, la vice di Bonomi, che siede anche nel cda dell’Ice, puntava alla presidenza dell’agenzia per la promozione all'estero delle imprese, incarico che la maggioranza di governo assegnerà invece all’ex numero uno di Confindustria Veneto Matteo Zoppas.
E se davvero la quarantenne imprenditrice dell’acciaio, con relazioni molto forti all’interno del sistema, decidesse di dare spazio a legittime ambizioni di ascesa, sfumata la leadership di Ice, questo già potrebbe determinare la creazione di un fronte. Confindustria Veneto Est (Venezia, Padova, Rovigo e Treviso) sotto al guida di Leopoldo Destro e anche Confindustria Alto Adriatico (Pordenone, Gorizia e Trieste) presieduta da Michelangelo Agrusti, da quel che filtra, sarebbero pronti a sostenere Carraro.
Ma sul versante opposto pare difficile che Vicenza (magari portandosi appresso anche Verona) potrebbe non sostenere la concittadina Beltrame, anche se non è detto che l’appoggio sia certo. E guardando al Friuli Venezia Giulia, in cui la spaccatura è plasticamente rappresentata dalle due territoriali, Gianpietro Benedetti potrebbe essere portato, anche per affinità settoriale (sia lui che la Beltrame sono industriali siderurgici) oltre che per conoscenza di lunga data, a sostenere l’imprenditrice.
Anche in questo caso nulla può essere dato per scontato, Carraro e Benedetti pare si siano recentemente incontrati e nulla vieta di immaginare che l’ingegnere a capo del colosso di Buttrio possa, invece, decidere di sostenere il leader degli industriali veneti. Schieramenti da fanta-Confindustria, ancora: all’appuntamento manca oltre un anno. Ma a qualche idea si dovrà arrivare a breve. Chi corre per il nazionale deve iniziare a muoversi almeno un anno prima della scadenza del mandato del presidente.
La data da cerchiare in rosso è il 30 maggio, giorno in cui si insedierà il nuovo Consiglio Generale di Confindustria. Quello che in gergo viene chiamato parlamentino e che rappresenta l'organo di indirizzo politico dell’associazione e di raccordo e coordinamento tra il vertice e la base associativa. Tra i suoi compiti c’è la designazione della squadra di Presidenza per il voto assembleare. I suoi 200 membri sono espressione e rappresentanza di tutte le diverse articolazioni del sistema.
Saranno questi rappresentanti che porteranno all’assemblea dei delegati nel 2024 il nome o i nomi da votare a scrutinio segreto per il successore di Bonomi. Il tempo c’è, ma se questa volta il Veneto (o il Nordest) riuscirà a trovarsi d’accordo al suo interno si potrà immaginare di costruire una candidatura, che necessiterà anche del supporto del resto del sistema. Diversamente si punterà ad una vicepresidenza, aspettando il prossimo turno.—
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