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Da Hera 960 milioni di euro di investimenti a Nordest

Presentato il piano industriale: obiettivo 4 milioni di clienti energy al 2026. Il presidente Tommasi di Vignano: «Risultati in crescita, superiori alle attese»

Piercarlo Fiumanò
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Hera supera lo stress test della crisi energetica e mette in campo un piano industriale da 4,1 miliardi di investimenti (960 milioni a Nordest) con un dividendo in crescita fino a 15 centesimi per azione (+25% sull'ultimo dividendo pagato). Il margine operativo lordo al 2026 è previsto di circa 1,5 miliardi (+246 milioni sul 2021) mentre oltre 130 milioni sono i contributi Pnrr ottenuti per accelerare gli investimenti del gruppo sui territori.

Obiettivo: 4 milioni di clienti energy al 2026, mentre per il 2030 si vuole aumentare del 150% la plastica riciclata e ridurre del 37% le emissioni. «Nel nuovo piano, focalizzato sulla creazione di valore per tutti gli stakeholder, prevediamo significativi investimenti e incrementiamo tutti gli impegni precedenti, ivi compresi quelli relativi alla politica di distribuzione dei dividendi», ha detto il presidente Tomaso Tommasi di Vignano. Hera punta a chiudere l'esercizio 2022 «con risultati in crescita superiori alle attese».

Tornando al piano circa la metà dei 2,2 miliardi investiti nelle reti e nella transizione energetica saranno destinati al ciclo idrico integrato, mentre un’altra fetta importante pari al 42% sarà investita nella distribuzione gas ed energia elettrica. Nel piano il gruppo punta a una crescita organica anche per linee esterne. Sempre più stretta l’alleanza con Ascopiave dopo che la multiutility trevigiana ha ceduto la propria partecipazione dell’8% di EstEnergy, il maggiore operatore sul fronte energetico del Nordest con oltre un milione di clienti e sede a Trieste.

Nello specifico il piano industriale al 2026 prevede investimenti per 960 milioni nel Nordest e comprende anche risorse importanti nello sviluppo dei gas rinnovabili, come il biometano da rifiuto urbano organico e la produzione di metano di sintesi attraverso l’idrogeno verde. In Veneto e Friuli Venezia Giulia il gruppo è impegnato, direttamente o indirettamente, in bandi rilevanti come la digitalizzazione dei servizi ambientali e la sicurezza idrica.

Grazie anche a fondi del Pnrr per oltre 40 milioni, AcegasApsAmga investirà 510 milioni su servizi avanzati di raccolta rifiuti, uso efficiente dell’acqua, sicurezza idrogeologica e transizione energetica, in cui rientra anche l’elettrificazione del Porto di Trieste. In particolare lo Smart Water Management Fvg, previsto dal piano, ha come obiettivo quello di diminuire del 13% le perdite di rete in Friuli-Venezia Giulia attraverso progetti di digitalizzazione degli asset mentre il progetto “Sustainable water management” per la riduzione delle perdite nei sistemi acquedottistici delle province di Padova e Vicenza.

A Padova, saranno installati sette nuovi bioessiccatori negli impianti di depurazione, con benefici legati all’importante riduzione dei volumi di fanghi da avviare a recupero e al minor sfruttamento di energia, mentre a Udine sarà realizzato un innovativo impianto per il trattamento dei fanghi di tutti i depuratori del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto orientale.

Nel Nordest il Gruppo Hera oltre ai termovalorizzatori di Padova e Trieste, conta anche su Recycla e Vallortigara (aziende operanti nel segmento dei rifiuti industriali) e Aliplast, leader europeo nel riciclo della plastica, mentre la controllata EstEnergy, con oltre un milione di clienti, è il primo operatore energy del territorio.

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