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Scaroni, Giadrossi, Venier: dal Nordest alla guida delle grandi imprese

Dalla profonda provincia alla guida di gruppi multinazionali. Chi sono i manager del Triveneto che, terminata la scuola, hanno lasciato la famiglia per frequentare prestigiose università e poi guidare importanti aziende

Giorgio Barbieri
Aggiornato 2 minuti di lettura

«La costruzione del curriculum è un elemento chiave per chi vuole fare un mestiere manageriale, perché si deve sempre mettere in conto di poter perdere in qualsiasi momento il posto di lavoro, perché il capo lo caccia, perché l’azienda va male, per una ragione qualsiasi». Parola di Paolo Scaroni, manager globale (ha guidato multinazionali e public company come Enel e Eni oltre a essere vicepresidente di banca Rothschild) ma che ha mantenuto forti legami in Veneto. E per costruire il primo mattoncino del suo curriculum Scaroni lasciò a 17 anni Vicenza per la Bocconi di Milano, seguendo il consiglio del padre Bruno: «Scegli l’università che vuoi, basta che vai fuori dal Veneto».

Una lezione che è poi servita anche a molti dei manager del Nordest che, terminata la scuola, hanno lasciato la famiglia per frequentare prestigiose università e poi guidare importanti aziende. A partire proprio da uno dei pupilli dello stesso Scaroni: Marco Alverà, quarantaduenne discendente di una storica famiglia veneziana. Dopo la laurea in Filosofia ed Economia alla London School of Economics, ha legato buona parte della sua carriera all’Eni, fino al 2016 quando è stato chiamato alla guida di Snam come amministratore delegato, ricoprendo l’incarico fino all’aprile 2022.

A succedergli è stato un altro manager dal Nordest: l’udinese Stefano Venier, 59 anni. Dopo la laurea in Scienze matematiche e fisiche ha conseguito un Master in Economia dell’energia e dell’ambiente presso la Scuola Enrico Mattei. La sua carriera, iniziata in Electrolux nel 1987, è successivamente decollata in Hera dove ha scalato posizioni fino a diventare ad nel 2014. Nel marzo dell’anno scorso è stato indicato dal Ministero dell’Economia alla guida di Snam. Anche lui mantiene forti legami con la sua regione d’origine, come dimostra la sua presenza nel cda del MIB, Management School di Trieste.

A Ca’ Foscari si sono invece formati, oltre a Roberto Chemello uno degli artefici del successo di Luxottica, anche Gianmario Tondato da Ruos, che ha recentemente condotto Autogrill alla fusione con Dufry, e Stefano Beraldo, attualmente amministratore delegato di Ovs. Viene invece da Verona Andrea Varnier, 58 anni, il manager a cui il governo Meloni ha affidato le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, l’evento che sarà uno dei biglietti da visita dell’Italia degli anni a venire.

Il mestiere di manager si è poi sempre più colorato di rosa. Ne sono un esempio Nicoletta Giadrossi, triestina con laurea a Yale e MBA ad Harvard, oggi presidente del cda di Ferrovie dopo una lunga carriera internazionale, e Cristina Balbo, padovana, direttore regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo e prima donna ad aver raggiunto l’incarico di direttore regionale in Intesa. Da segnalare anche la mestrina Gioia Manetti, ceo di Autoscout24, la più grande piattaforma classified automotive online europea, e Valentina Pippolo, originaria del Pordenonese partner e head of Italy di Bu Bregal Italy, società di private equity.

Esiste poi una figura particolare, quella del professore-manager. Negli ultimi vent’anni uno dei principali è stato senza dubbio Luigi Zingales, padovano con cattedra alla Univeristy of Chicago Booth School of Business, che è stato una presenza molto attiva in cda come Telecom e Eni. Una figura per certi versi simile è quella della pordenonese Chiara Mio, docente a Ca’ Foscari, che come presidente di Crédit Agricole FriulAdria è diventata la prima donna in Italia a guidare una banca commerciale.

Ma bisogna anche sottolineare che in un tessuto economico come quello del Nordest, dove le aziende familiari sono la maggioranza, spesso accade che il ruolo dell’imprenditore si fonda con quello del manager. Esempi emblematici sono Alessandro Benetton, Massimo Carraro (presidente e ceo di Morellato) e Alessandro Banzato (presidente e ad di Acciaierie Venete). —

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