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Fare impresa? Non è un mestiere per giovani

In forte calo le imprese giovanili con una media nazionale che sfiora il -10 per cento. Flessione più contenuta a nordest

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Giovani italiani sempre meno imprenditori. Le imprese giovanili (ossia le aziende con la maggioranza dei titolari o soci con meno di 35 anni) rilevate da Infocamere-Unioncamere sono 522.088 al 31 dicembre 2022, con riduzioni rilevanti rispetto agli anni precedenti: -15.829 sul 2021 (-3,4%) e ben -38.793 sul 2019 (-9,9%).

È quanto emerge dall’indagine svolta dalla Camera di Commercio dell’Umbria, su dati Infocamere-Unioncamere.

Un calo che diventa voragine se si allarga il periodo di confronto: un decennio fa, nel 2011, le imprese giovanili in Italia erano 697mila, per cui nel periodo 2011-2022 sono scomparse, o sono "invecchiate” (nel senso che la maggioranza dei titolari o soci ha superato i 35 anni) senza essere state rimpiazzate, 174.914 imprese giovanili (-25.1%).

Flessioni, quelle sulla vocazione imprenditoriale dei giovani, che vanno ben al di là degli indici di invecchiamento della popolazione e che quindi presentano problematiche specifiche e meno immediate.

Una tendenza netta che coinvolge tutto il Paese (rispetto al 2019 le imprese giovanili aumentano solo in Trentino Alto-Adige), ma con valori molto diversi: meno colpite sono le regioni del Nord ( Trentino Alto Adige +6,4%, Emilia Romagna -1,5%, Piemonte -1,5%, Friuli Venezia Giulia -1,7%, Lombardia -2%, Veneto -3,1%, Liguria -4,7%, Valle d’Aosta-5,5%), mentre sia le regioni del Centro (Toscana -9%, Umbria -10,2%, Lazio -10,3%, Marche -14,3%) che quelle del Mezzogiorno (Sardegna -7,3%, Puglia -7,3%, Basilicata -8,5%, Campania -9,2%, Abruzzo -11%, Sicilia -11,8%, Calabria -13%, Molise -16,5%) mostrano cali molto consistenti.

e.delgiudice@gnn.it

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