L’eccellenza dei vini traina i territori, così Doc e Docg diventano un volano
Il crescente successo della promozione enoturistica nel nuovo numero del mensile Nordest Economia, martedì in edicola con il Mattino di Padova, la Nuova Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, il Messagero Veneto e il Piccolo
Maurizio Caiaffa
Vino e territorio. Un binomio inscindibile, sul quale negli ultimi anni il tessuto delle imprese vitivinicole del Nordest ha puntato sempre più consapevolmente, proponendo oltre all’eccellenza delle varie denominazioni, anche il racconto delle aree geografiche di provenienza. Se ne parla, con analisi, interviste e approfondimenti, nell’ultimo numero del mensile Nordest Economia, in uscita martedì prossimo allegato al nostro giornale.
Il vitivinicolo è un settore trainante per l’economia del Nordest. Per rendere l’idea, in Italia operano 585 aziende, per un valore del mercato 2021 stimabile intorno ai 10 miliardi di euro. I primi 23 gruppi vinicoli contribuiscono al 43% del mercato. Il Triveneto fa il 45% del mercato, con 150 società vinicole e un fatturato di 4,6 miliardi.
Come afferma l’imprenditore Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi di Crocetta del Montello, vigneti fra il Trevigiano e la friulana Spilimbergo, si tratta di un settore capace di resistere ai venti contrari che in questi anni certamente non mancano. «Difendere i margini con l’inflazione galoppante è tutt’altro che facile e questo ha portato a rallentare i contratti con il mondo dell’horeca e della distribuzione, ma quando c’è qualità si viene fuori dalle difficoltà congiunturali», dice nell’intervista contenuta nel mensile l’imprenditore del Prosecco. Un’analisi su cui c’è una sostanziale convergenza. Ad esempio Sandro Boscaini, presidente della veronese Masi Agricola, sostiene che «il settore ha saputo superare la crisi pandemica e ora sta reagendo alla crisi innescata dalla guerra».
Accanto all’aspetto produttivo, comunque, quel che prende sempre più corpo è il versante della promozione enoturistica. Il racconto dei territori di provenienza dei vari Prosecco, Amarone, Collio, assume un’importanza crescente sotto il profilo commerciale e del marketing. L’esperienza più importante sotto questo profilo è il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco. Ma sulla strada dell’attestazione di patrimonio dell’umanità, a dimostrazione del successo della formula, si sono ora incamminati altri territori: il Collio-Brda (il Collio sloveno) sta cercando di ottenere il medesimo riconoscimento. Mentre per l’Amarone si parla del riconoscimento di patrimonio dell’umanità quanto al metodo di produzione.
Sono operazioni che comunque vanno nella direzione della valorizzazione, oltre che dei vini, dei territori di provenienza. L’eccellenza dei vini infatti non basta più, è ormai necessario legare al mondo del vino tutti i servizi aggiuntivi necessari per vivere un’esperienza enoturistica soddisfacente, quindi allargare il business intorno alle cantine. Una strada sulla quale si sono incamminati con decisione sia il Friuli Venezia Giulia che il Veneto. Il vino Doc o Docg e i territori che li esprimono diventano quindi un’emozione da raccontare e proporre agli enoturisti. Per far sì che non solo il vino sia un’eccellenza, ma anche le emozioni che susciatano cantine, metodi di produzione e paesaggi.
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