L'imperativo di attrarre talenti: «Bisogna raccontarsi di più»
Alla presentazione di Top 100 a Padova confronto tra Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, Pascal Heritier, direttore generale di Massimo Zanetti Beverage, e Mario Moretti Polegato, presidente di Geox
Giorgio Barbieri
Da sinistra Roberta Paolini, Mario Moretti Polegato, Raffaella Caprioglio e Pascal Heritier
«Per attrarre i giovani è necessario che le aziende si raccontino di più. A Nordest ci sono imprese straordinarie che però non si vendono al pubblico». Ne è convinta Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, che ieri ha dialogato con Pascal Heritier, direttore generale di Massimo Zanetti Beverage, e con Mario Moretti Polegato, presidente di Geox.
Sollecitati dalle domande di Roberta Paolini, giornalista di Nordest Economia, hanno raccontato come le loro aziende hanno superato la difficile fase della pandemia e ora possono affrontare le sfide del futuro con ottimismo.
«Dopo il Covid il mondo del lavoro è cambiato perché sono cambiate soprattutto le esigenze delle aziende che chiedono figure diverse», spiega Caprioglio, «tutti hanno alzato l'asticella. Il rovescio della medaglia è però rappresentato dalla difficoltà delle nostre aziende nel mostrarsi attrattive. Oggi le nostre imprese sono note ma a Nordest ci sono realtà straordinarie che non si vendono al pubblico. Oggi però tra le caratteristiche i ragazzi ricercano c'è proprio l'attrattività. Ogni azienda ha qualcosa di interessante da raccontare ed è importante che lo faccia».
Chi invece ha saputo raccontarsi in maniera efficace è certamente mr Geox. «La mia storia è interessante perché ripetibile», afferma Polegato, «ho speso tre anni ad offrire il mio progetto alle più grandi compagnie del mondo come Nike e Adidas. Dai cinque che eravamo oggi nella sola Geox lavorano 30.000 persone sparse in 110 paesi nel mondo, con 750 negozi. Un tema centrale oggi è quello della formazione. Noi siamo stati costretti a formare internamente le persone con corsi interni fatti periodicamente. Abbiamo poi creato un campus, asilo dove ospitiamo 75 bambini fino a quando andranno a scuola».
La decentralizzazione è stato invece lo strumento principale grazie al quale la Massimo Zanetti Beverage ha superato la pandemia. «Siamo presenti in tutti i continenti», ha sottolineato Pascal Heritier, «la forza di questo gruppo è che siamo decentralizzati. In ogni paese c'è un amministratore delegato che agisce come un imprenditore. La pandemia per noi è stato uno choc che ha imposto un cambiamento rapido del mercato. Grazie alla decentralizzazione ogni situazione ha potuto essere affrontata in maniera autonoma ed efficace».
E se il 2022 è stato un anno un po' lento, tutti hanno detto di aspettarsi molto sia dal 2023 che dal 2024. «Sono convinta che ci sarà crescita maggiore nella seconda parte dell'anno», ha aggiunto Caprioglio, «ed è evidente che quando va bene alle imprese va bene anche a noi».
I commenti dei lettori