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Maratona Generali per il nuovo cda: il Patto prepara la controffensiva

Il fronte Caltagirone-Del Vecchio, dopo l’uscita dal board, ha mani libere per crescere. E scatta il toto-nomine per la futura presidenza. Tra i papabili due donne: Diva Moriani, l’ex numero uno dell’Enel e ora presidente del Monte dei Paschi, Patrizia Grieco e l’industriale già numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.

Piercarlo Fiumanò
2 minuti di lettura
Giuliano Koren 

TRIESTE. Cda-maratona per le Generali in un clima infuocato dopo le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bardin, rappresentante del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio. In una interminabile giornata il consiglio, iniziato alle 14.30 e proseguito fino a tarda notte, ha esaminato la «long list», la lista che contiene una ventina di nomi (il 50% in più dei componenti) che saranno indicati dal board come possibili candidati per il nuovo consiglio.

Ieri ci sarebbe stato anche un confronto inevitabile in cda sulle dimissioni del vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone e di Romolo Bardin. In una dura nota poi diffusa nella notte la compagnia spiega che «il Consiglio, a maggioranza, ha respinto categoricamente le motivazioni addotte nelle comunicazioni di dimissioni, rimarcandone l’assoluta infondatezza e censurandone il carattere spesso offensivo».

In serata ci sono state poi ipotesi non confermate lanciate dal sito del Sole 24 Ore su un possibile passo indietro dal comitato nomine ad hoc di Sabrina Pucci, consigliere indipendente considerata vicina a CrT (la fondazione che affianca i soci privati riuniti nel Patto). Resta poi aperta l'eventuale sostituzione dei due dimissionari in un Cda sceso da 13 a 11 componenti e in scadenza, fra poco più di due mesi, all'assemblea del 29 aprile. Nonché l'integrazione dei diversi comitati consiliari da cui l'imprenditore romano e l'amministratore delegato di Delfin sono usciti.

La governance del Leone va comunque avanti nonostante i venti di guerra. Nella prima decade di febbraio dovrà essere composta la short list (30% in più dei candidati), insieme al parere di orientamento agli azionisti, per arrivare alla lista definitiva a metà marzo. La lista del consiglio uscente deve essere infatti depositata trenta giorni prima dell’assemblea del 29 aprile. Intanto, in vista della lista “breve” che sarà predisposta fra una ventina di giorni, è già scattato il toto nomine. Se sulla ricandidatura di Philippe Donnet come group ceo della compagnia non ci sono dubbi il confronto sulla presidenza potrebbe essere ancora aperto. Rispetto alla figura di garanzia del presidente Galateri potrebbe essere premiata una presidenza al femminile, nel qual caso i nomi favoriti sarebbero quelli di Diva Moriani, l’ex numero uno dell’Enel e ora presidente del Monte dei Paschi, Patrizia Grieco e l’industriale già numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.

Il Patto avversario intanto muove le sue truppe. Probabile che nei prossimi dieci giorni anche Caltagirone e gli altri due componenti il Patto di consultazione (Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt) diano il via alla formazione della lista alternativa e al contropiano strategico entro metà febbraio. Secondo Bloomberg i riflettori negli ultimi giorni si sarebbero accesi su Fabrizio Palermo, già numero uno di Cassa Depositi e Prestiti, che starebbe guardando al nuovo Piano industriale dei pattisti affiancando l’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli, ora in JpMorgan. Palermo dopo 6 anni passati in Cassa Depositi e Prestiti, conosce bene Trieste essendo arrivato al vertice di Cdp come direttore finanziario da Fincantieri.

Tornando al fronte della governance la spaccatura, a questo punto, è netta e dopo l’uscita dal cda di Caltagirone (all’8,04% della compagnia) e Del Vecchio (16,19%).

I due grandi soci, che insieme a Crt (1,538%) hanno sottoscritto un patto che rappresenta al momento il 16,196% della compagnia, avranno ora le mani libere per crescere ancora, senza vincoli di internal dealing, e potranno avvicinarsi a ridosso del 20% di Generali, superando il 17,22% di Mediobanca (di cui il 4,43% a prestito) senza fare alcuna comunicazione al mercato. E si guarda anche alle mosse dei Benetton, vicini al 4% e finora rimasti alla finestra.

Non risultano invece essere arrivate all'indirizzo della compagnia richieste da Consob che riunirà come di consueto il collegio mercoledì. L'autorità guidata da Paolo Savona deve ancora fare il punto sull'esito della consultazione pubblica col mercato avviata sulla scia dei quesiti posti dal gruppo Caltagirone sulla lista del cda uscente.Intanto il fondatore di Luxottica continua a presidiare Mediobanca, della quale è già primo azionista con circa il 19% delle quote. Con il nulla osta della Bce Del Vecchio potrebbe crescere ancora. La conquista di piazzetta Cuccia sarebbe la via più semplice e soprattutto meno cara, osservano gli analisti, per arrivare al controllo di fatto del Leone che capitalizza 28,6 miliardi e quindi costa molto di più di Mediobanca

p.fiumanò@gnn.it

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