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Stevanato Group sopra alle attese: “In un anno difficilissimo ricavi vicini al miliardo”

Il gruppo padovano quotato a Wall Street rivede al rialzo gli obiettivi annuali. Una scelta legata ad andamento positivo in quasi tutti gli indicatori: Stevanato chiude il secondo trimestre 2022 con un utile del periodo pari a 30,6 milioni di euro (utile per azione a 0,12 euro), in calo del 11,3% rispetto ai 34,5 milioni del secondo trimestre 2021 e un fatturato in crescita del 14,8% a quota 234,2 milioni euro (da 204 milioni un anno prima)

RICCARDO SANDRE
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PADOVA. «Sono la spinta alla ricerca, alle efficienze produttive e all’internazionalizzazione i tre ingredienti che fanno spesso il successo di un’azienda». È con poche parole che il presidente di Stevanato group Franco Stevanato, l’uomo che ha accompagnato l’azienda padovana del settore pharma alla quotazione al NYSE di Wall Street proprio un anno fa, descrive la ricetta di un’impresa di successo.

E Stevanato group dimostra ancora una volta, dati alla mano, di annoverarsi tra quelle tigri del Nordest che aggrediscono da leader i mercati globali forti di risultati solidi, prodotti competitivi e obiettivi ambiziosi. Proprio con il secondo trimestre di uno degli anni più difficili del dopoguerra, la società ha annunciato che sposterà in avanti gli obiettivi di fatturato di marginalità e di utili per l'intero 2022.

«Le nostre guidance» ha detto il presidente di Stevanato group «sono state riviste al rialzo sia in termini fatturato, con ricavi compresi tra 955 e 965 milioni di euro, rispetto al range compreso tra 935 e 945 milioni di euro che avevamo preventivato ad inizio anno, sia di Eps (utili per azione) diluito rettificato compreso tra 0.51 e 0.53 euro, (era tra gli 0.49 e i 0.51 euro precedentemente) e di ebitda rettificato che prevediamo sarà compreso tra 253,3 e 258,3 milioni di euro, in aumento rispetto a 248 e 253 milioni di euro previsti».

Una scelta legata ad andamento positivo in quasi tutti gli indicatori: Stevanato chiude il secondo trimestre 2022 con un utile del periodo pari a 30,6 milioni di euro (utile per azione a 0,12 euro), in calo del 11,3% rispetto ai 34,5 milioni del secondo trimestre 2021 e un fatturato in crescita del 14,8% a quota 234,2 milioni euro (da 204 milioni un anno prima).

L'ebitda rettificato è stato pari a 61,8 milioni (ebitda margin al 26,4%) rispetto ai 52,4 milioni del 2021 (dove avevano influito anche i costi della Ipo al Nyse e la liquidazione di alcuni piani di incentivazione per il management). La posizione finanziaria netta è positiva per 109,4 milioni di euro con disponibilità liquide ed equivalenti pari a 314, 9 milioni. Mentre il portafoglio ordini dell'azienda raggiunge gli 1,01 miliardi di euro (+37%). Un elemento quest’ultimo strategico per rivedere al rialzo gli obiettivi del 2022.

«Il nostro è un portafoglio ordini ben bilanciato in tutti i segmenti di attività e che ci garantisce uno sviluppo omogeneo per il 2022 e in parte anche per l'anno successivo» prosegue Stevanato.

«Tutto ciò in un anno, il 2022, in cui abbiamo dovuto fare fronte a diverse complicazioni: a partire dalla variante Omicron che in qualche modo ci aveva rallentato e per finire con un aumento dell'inflazione che abbiamo gestito rinegoziando i contratti e nel contempo lavorando sulle efficienze produttive così da bilanciare l'aumento dei costi. Questo per noi è un anno di investimenti improntati sia in Italia, con il nuovo stabilimento di Latina e lo sviluppo ulteriore di Piombino Dese, sia negli Usa e in Cina. Aree che vogliamo possano contare su sistemi integrati che vadano dall'R&D fino alla produzione. Una sfida che stiamo affrontando grazie gruppi di lavoro cross funzionali in grado di gestire anche le difficoltà contingenti come e gli shortage di materie prime e componenti».

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