Tregua armata sul dossier Mediobanca Generali, in attesa delle mosse di Delfin
La Borsa ha fatto uscire dai radar Piazzetta Cuccia e il Leone, i titoli si sono deprezzati. Ma la partita resta aperta. Milleri: «Gestiremo le quote in piena continuità con il passato»
Roberta Paolini
lo scenario
La Borsa sembra aver fatto uscire dai radar il dossier Generali Mediobanca, e in effetti negli ultimi mesi entrambi i titoli si sono deprezzati. Negli ultimi sei mesi Piazzetta Cuccia è scesa del 15 per cento. Il Leone nello stesso periodo ha perso il 17,61, quota attorno 14,925 in zona molto distante dai 19 euro raggiunti nel pre-assemblea del redde rationem.
Certo, si obietterà, la crisi ucraina ha fatto male a tutti i titoli e in particolare a quelli finanziari. Ma questa partita non è finita. Ne sono consapevoli tutti i protagonisti. Con la dipartita del geniale imprenditore Leonardo del Vecchio anche se inizialmente si era pensato ad uno stop. Questa evenienza è stata smentita da Francesco Milleri, presidente e ceo di EssiLux, ma anche erede della visione finanziaria che sta in capo a Delfin, di cui è presidente.
Gli investimenti in Mediobanca e Generali saranno gestisti «in piena continuità con il passato», aveva detto a luglio Milleri in una lunga intervista. Delfin, come noto, controlla circa il 10 per cento del capitale del Leone e il 20% per cento di Piazzetta Cuccia.
E mentre da quest’ultima arrivano segnali di pace, lui che è depositario di quella visione, che ha contribuito a creare, dà nuovamente consistenza al disegno che avrebbe voluto il grande imprenditore scomparso il 27 di giugno. «Sono investimenti immaginati con Del Vecchio per dare un contributo al Paese, a sostegno della crescita e della stabilità di due campioni nazionali sullo scenario internazionale» aveva detto.
La continuità significa che tutte le scelte strategiche fatte da Del Vecchio sono state mosse da una direttrice chiave, un processo costante di trasformazione. Quella stessa crescita e trasformazione che, per esempio, ha portato Luxottica a divenire EssilorLuxottica e, nell'immobiliare, Beni stabili a diventare Covivio.
L’augurio, aveva detto Milleri, è che «il nostro investimento di lungo periodo stimoli a ritrovare il coraggio di investire in questa eccellenza e sostenerne il processo d'internazionalizzazione». Con quali tempi? «Il tempo c'è - aveva proseguito - così come la volontà di rispettare la visione di Del Vecchio che ha sempre sostenuto la necessità di un cambiamento profondo nella gestione sia di Mediobanca sia di Generali».
I segnali dunque ci sono tutti, Delfin qualcosa farà, che cosa sia, come e in che tempi è faccenda non ancora chiara. Ma l’impostazione iniziale, l’idea di vedere Mediobanca più internazionale e Generali più forte sullo scenario globale, resta.
Da quel che risulta con la Bce sono rimasti aperti i canali. Ora bisogna capire come la holding intende proseguire anche se non ha senso per ora menzionare ipotesi poiché non è chiaro cosa succederà. E con che tempi.
Da parte di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel a fine luglio, a domanda diretta, in merito ai rapporti con l’azionista Delfin aveva affermato: «Con i nostri azionisti l'approccio non è cambiato, favoriamo l'engagement e gli incontri con tutti indistintamente e su questo andiamo avanti».
A livello di numeri Piazzetta Cuccia ha archiviato un esercizio record sul fronte dei ricavi, del dividendo e della qualità degli asset, suggellato da un quarto trimestre superiore alle attese del mercato.
Nel dodici mesi chiusi allo scorso 30 giugno l’istituto milanese, nonostante un contesto macroeconomico difficile, ha visto i ricavi crescere a 2,85 miliardi di euro (+8%) e l'utile a 907 milioni (+12%), offrendo ai soci una cedola di 0,75 euro (+14%), pari a un monte dividendo di 630 milioni di euro.
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