Donnet: «Nessuna esposizione in Silicon Valley Bank. Accelera l’integrazione con la Cattolica»
I chiarimenti dei top manager sulle principali incognite sui mercati finanziari dopo il terremoto in Usa causato dalla crisi di Svb
Luigi Dell’Olio
«Le banche fanno un mestiere diverso dal nostro. Non vedo in cosa potrebbe consistere l’effetto contagio». Intervenendo alla conferenza stampa, group ceo Philippe Donnet è stato netto in merito ai possibili rischi derivanti dalla crisi della Silicon Valley Bank, deflagrata nella giornata di lunedì, con pesanti ricadute su tutte le Borse, a cominciare dal settore finanziario.
«In sette anni che sono al vertice ne abbiamo vissute di crisi, dalla Brexit al Covid, dalla guerra alla recessione. Diciamo che il problema di una banca regionale americana non mi impedisce di dormire la notte». A questo proposito, il group cfo Cristiano Borean ha aggiunto che «non vi è alcuna esposizione alla banca da parte nostra se non in portafogli di rischio terzi».
Né i vertici del Leone vedono conseguenze di sistema per la crisi che ha investito Eurovita. «Anche in questo caso, sottolineo che ci sono state diverse compagnie in difficoltà negli ultimi anni, ma questo non ha avuto effetti reputazionali sul sistema, anzi nei momenti di difficoltà cresce l’attenzione a scegliere un partner affidabile e solido come Generali», ha sottolineato Donnet.
«Posso parlare per noi: abbiamo un business model molto solido e proponiamo ai clienti soluzioni di protezione personalizzate attraverso una rete di agenti professionale. Noi facciamo un mestiere che non è quello di Eurovita, proponiamo soluzioni molto sicure ai nostri clienti a 360 gradi».
Per poi aggiungere che queste stesse ragioni rendono non necessaria una revisione del piano strategico “Lifetime Partner 24: Driving Growth” che fissa le direttrici della crescita al 2024.
A proposito di piani, il general manager Marco Sesana ha fatto riferimento all’integrazione con Cattolica Assicurazioni, sottolineando che «prosegue secondo gli obiettivi indicati all’inizio e, in alcuni casi, anche più rapidamente delle attese. Siamo in una fase molto avanzata non solo delle strutture informatiche e delle procedure, ma anche nel processo di integrazione a livello culturale».
Lo stesso Sesana ha fatto riferimento agli eventi catastrofali, spiegando che «stanno diventando sempre più frequenti, con numerosi casi di tempeste nel Centro Europa negli ultimi mesi, caratterizzati comunque da eventi dal limitato impatto economico». Infine uno sguardo alla Russia, che non ha riservato particolari novità. Donnet ha ricorda to che subito dopo l’invasione dell’Ucraina, il Leone ha chiuso l’ufficio di Mosca, inaugurato nel 2018, e ha ceduto Europ Assistance Russia.
Quanto a Ingosstrakh, una delle maggiori compagnie assicurative nella Federazione, il gruppo triestino ha abbandonato i ruoli operativi uscendo dal cda, per mantenere solo una partecipazione passiva (il 38,5% del capitale). Complessivamente le svalutazioni degli asset russi hanno avuto un impatto di 154 milioni di euro a risultato netto. Infine uno sguardo all’esposizione verso il debito sovrano italiano, con i titoli di Stato in pancia che in un anno sono scesi da 63,1 a 44,6 miliardi di euro.
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