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Mediobanca non esclude l’addio a Generali

Nagel poi precisa il suo pensiero sulla quota nel Leone: «Tutte le opzioni rimangono aperte. Non ci sono dogmi ma attualmente abbiamo solo vantaggi nel tenerla». Mediobanca Premier, dal 1° gennaio prossimo sarà la nuova denominazione di CheBanca!

Luigi Dell’Olio
2 minuti di lettura
Alberto Nagel, ceo di Mediobanca 

La gestione dei patrimoni è il filone dei business dal quale Mediobanca si attende la maggiore crescita nei prossimi anni. È quanto emerge dal nuovo piano d’impresa approvato da Piazzetta Cuccia, che punta anche su una crescita consistente delle retribuzioni per gli azionisti.

Con Generali destinata a restare centrale per l’istituto milanese, anche se il management resta aperto a eventuali operazioni straordinarie – in entrata e in uscita – qualora si presentassero delle opportunità. “One brand one culture” è il titolo del piano per il periodo 2023-2026, che tra le altre cose punta a 3,8 miliardi di ricavi (+6%) e a un utile per azione a 1,8 euro (equity per share +15%). Piazzetta Cuccia conta di remunerare gli azionisti nell’arco triennale con 3,7 miliardi di euro (con un balzo in avanti del 70%), vale a dire il 70% degli utili attesi nel periodo.

Viene introdotto un interim dividend, con l’obiettivo di aumentare la frequenza di distribuzione dei dividendi. «Il nostro obiettivo è assicurare la crescita anche in caso di nuove turbolenze nel contesto macro o a livello di mercati finanziari», ha spiegato durante la conferenza stampa seguita alla presentazione del piano Alberto Nagel, amministratore delegato della banca.

«Cresceremo nelle attività a basso assorbimento di capitale, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti». Quanto alla partecipazione in Generali (13%), Mediobanca non pare intenzionata a fare passi indietro.

«Anche nei prossimi anni continuerà a contribuire in maniera positiva alla creazione dei ricavi (attesi raggiungere 0,5 miliardi e degli utili del gruppo, migliorandone stabilità e visibilità», ha sottolineato Nagel. Il quale ha sottolineato la redditività dell’investimento, attesa in crescita nel triennio a venire, per rimarcare l’importanza della partecipazione nel Leone. Fermo restando, ha ricordato il top manager, che non vengono escluse a priori eventuali operazioni straordinarie qualora si presentassero delle opportunità.

«In linea teorica, qualora si presentasse una grande operazione di m&a noi potremmo vendere l'intera quota che controlliamo in Generali. Non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare a una partecipazione profittevole e decorrelata rispetto al business bancario, ma qualora si presentassero opzioni ancora più interessanti le analizzeremmo. Come per qualsiasi altra operazione».

Nagel poi precisa il suo pensiero sulla quota nel Leone: «Tutte le opzioni rimangono aperte. Non ci sono dogmi ma attualmente abbiamo solo vantaggi nel tenerla». Un focus particolare nel piano è riservato a Mediobanca Premier, che dal 1° gennaio prossimo sarà la nuova denominazione di CheBanca! «Non si tratta solo di un cambio di nome, ma di un passaggio epocale: per la prima volta nella sua storia, Mediobanca porta la sua offerta a tutta la clientela», ha ricordato Nagel.

Dunque il wealth management alla portata anche a chi non detiene portafogli sostanziosi. «Punteremo con forza sul reclutamento di nuovi consulenti finanziari e banker», ha aggiunto in chiusura Gianluca Sichel, amministratore delegato di CheBanca! Il piano è stato accolto con grande interesse dal mercato, tanto che il titolo ha chiuso la seduta in rialzo dell’1,92%, a fronte di un Ftse Mib in calo del 2,32%. —

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