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Eurotech va oltre le attese, nel ’22 balzo dei ricavi a +49%

Il Cda approva i conti al 31 dicembre. Il fatturato di gruppo vola a 94,3 milioni. Previsioni di crescita a doppia cifra anche per il primo semestre 2023. Nessuna ricaduta negativa dal crac della Silicon Valley Bank: depositi già trasferiti

Elena Del Giudice
2 minuti di lettura

Eurotech oltre le attese chiude il 2022 con una forte crescita dei ricavi e contiene la perdita a 1,5 milioni (contro i 10 dello scorso anno) con l’obiettivo di tornare all’utile già nel ’23. La multinazionale di Amaro che progetta, sviluppa e fornisce Edge Computer e soluzioni per l’Internet of Things (IoT) complete di servizi, software e hardware a integratori di sistemi e aziende, ha realizzato 94,3 milioni di euro ricavi nel ’22, +49,3% rispetto ai 63,1 milioni dell’esercizio precedente, con un Ebitda a 6,3 milioni, a fronte di -2,7 milioni al del 2021, e un Ebitda adjusted consolidato a 7,2 milioni (era -0,3 milioni al 31 dicembre ’21). Il risultato netto di gruppo resta negativo per 1,5 milioni, in netto miglioramento rispetto alla perdita di -10,4 milioni dell’esercizio precedente.

«Il 2022 ha mostrato ricavi in crescita organica del 41% anno su anno (35,9% a cambi costanti) - spiegano dall’headquarters di Amaro -. Includendo il contributo della neo-acquisita InoNet da settembre a dicembre, la crescita sale al 49,3% (43,9% a cambi costanti)». Un ruolo determinante nella crescita del fatturato nel corso dei dodici mesi lo ha avuto il business Embedded tradizionale, ma nel secondo semestre si è assistito anche ad un’importante crescita organica del business Edge AIoT, che ha mostrato un incremento del 58% rispetto al 2021; includendo anche il contributo di InoNet per gli ultimi quattro mesi dell’anno, la crescita complessiva anno su anno del fatturato nell’Edge AIoT sale al 110%. Sono proseguite le difficoltà dovute al reperimento dei componenti elettronici, che si trascinano dal ’21, e gli ordini a piano non consegnati causa irreperibilità dei componenti valgono circa 4 milioni di euro, ma l’azienda conta di recuperare i ritardi già in questo primo trimestre ’23, anche grazie a nuove politiche sugli acquisti e sulle giacenze di magazzino, fermo restando che alcuni componenti «con meno alternative o di più recente introduzione sul mercato, presentano un lead time di approvvigionamento oltre i 6 mesi e con picchi di 9-12 mesi».

Per quel che riguarda i mercati, Stati Uniti e Giappone hanno trainato la corsa della multinazionale friulana registrando incrementi del +30/40%, molto bene anche l’Europa. La visibilità per il primo semestre del 2023, data dagli ordini in portafoglio, «è buona e permette di prevedere un trend di crescita organica a doppia cifra del vecchio perimetro di consolidamento, a cui si andrà a sommare il contributo crescente della neo-acquisita InoNet». Più incerte il secondo semestre condizionato da uno scenario macroeconomico e da un quadro geopolitico ancora caratterizzati da forte incertezza». Infine si ricorda che Eurotech ha trasferito i depositi della sua controllata Usa (pari a 8,3 milioni di dollari, 7,7 milioni di euro) dalla SVB alla nuova banca “ponte”, la Silicon Valley Bridge Bank N.A. costituita dalla Fdic per salvaguardare i correntisti.—

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