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Electrolux, a Porcia dopo 16 anni due settimane di stop ad agosto

Delineato il calendario ferie: fabbrica chiusa dal 7 al 18 agosto e dal 24 al 28 aprile. A maggio e giugno tornano le 6 ore. “Sospeso” lo storico accordo del 2007

Elena Del Giudice
2 minuti di lettura

Operai dell'Electrolux di Porcia all'uscita dai cancelli della fabbrica il 17 agosto 2007, l'anno dell'accordo che cancellò le ferie collettive

 

Chi quegli anni li ha vissuti se lo ricorda: fu una battaglia, quella portata avanti da Electrolux per “cancellare” lo stop alla produzione nelle due settimane centrali d’agosto negli stabilimenti italiani. Era il lontano 2007. E, sempre per chi ha memoria, c’ fu anche un anno in cui, a Susegana, vennero chiesti gli straordinari. A ferragosto. Oggi, anno 2023, 16 anni dopo quel sofferto accordo che cancellò le ferie collettive introducendo quelle a rotazione (quindi produzione al ralenti con un solo turno al lavoro nelle 4 settimane tra fine luglio e metà agosto), Electrolux propone a Porcia due settimane di stop, ovvero due settimane di ferie collettive.

Di questo si è discusso ieri nel corso dell’incontro tra direzione aziendale e Rsu. L’ipotesi di intesa sul calendario vede le ferie estive concentrate per entrambi i turni dal 7 al 18 agosto. Prevista anche un’altra chiusura collettiva dal 24 al 28 aprile, questa con la copertura garantita dai Par, e si individua una finestra tra l’1 giugno e il 31 luglio per smaltire le ferie degli anni precedenti o utilizzare i Par.

E già messa così la proposta non cela le motivazioni che hanno condotto l’azienda ad avanzarla: la domanda di lavatrici resta bassa. Dati ufficiali non ce ne sono, a oggi la stima potrebbe essere di 700 mila pezzi entro la fine dell’anno, a trend confermato. A dare sostanza all’interpretazione anche un’altra notizia. Dopo aver annunciato il ritorno alle 8 ore in aprile, Electrolux ritiene necessario ripristinare le 6 ore per turno, ricorrendo dunque alla cassa integrazione a riduzione d’orario, per i mesi di maggio e giugno. La proposta sul calendario resta, al momento, parziale, perché non si è discusso sulla chiusura di fine anno, tema rinviato ai prossimi mesi e che sarà gestito evidentemente tenendo conto di quale sarà la domanda del mercato nel periodo tradizionalmente di “alta” stagionalità, quello che iniziava solitamente a maggio per concludersi a ottobre.

Quella delineata è, allo stato, una proposta che dovrà venire ratificata dalle assemblee con i lavoratori. «Sul tema ferie estive non mi attendo contrarietà - è la considerazione di Gianni Piccinin, segretario della Fim Cisl -, credo che i lavoratori siano anche contenti di questa soluzione. Il tema vero, che preoccupa, sono i volumi che determinano il calendario». Piccinin non lo rimarca, ma l’aggettivo sotteso è che sono pochi. E che l’auspicata inversione della domanda all’orizzonte non si vede. «Il dubbio - aggiunge il sindacalista - è che le difficoltà patite a causa della carenza di componenti abbiano causato una perdita di quote di mercato». Il sospetto è che i chip cinesi che hanno fermato Electrolux non abbiano parimente penalizzato i produttori di elettrodomestici cinesi. «Credo sia quanto mai urgente parlare di politiche industriali - conclude Piccinin - e di come ricostituire filiere, se non proprio locali, quantomeno europee».

e.delgiudice@gnn.it

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