Il Nordest è la patria del vino, una somma di primati lo rendono un territorio unico
Non solo cantine protagoniste di processi di aggregazioni o la leadership in volumi e valore di prodotto, o ancora la vocazione internazionale e quotazioni per ettaro di superficie vitata più elevate. Il Veneto, soprattutto, condensa una molteplicità di primati che ne fanno la capitale indiscussa di bollicine, vini fermi, bianchi e rossi. Lo studio di Mediobanca
Roberta Paolini
Il Nordest è la patria del vino. Non solo cantine protagoniste di processi di aggregazioni o la leadership in volumi e valore di prodotto o ancora la vocazione internazionale e quotazioni per ettaro di superficie vitata più elevate. Il Veneto, soprattutto, condensa una molteplicità di primati che ne fanno la capitale indiscussa di bollicine, vini fermi, bianchi e rossi.
A certificarlo ancora una volta è l’Area Studi Mediobanca con la sua Indagine sul settore vinicolo in Italia. Un’ampia analisi che riguarda 255 principali società di capitali italiane con fatturato 2021 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati per 10,7 miliardi di euro, pari all’89,3% del fatturato nazionale del settore.
Guardando dall’alto i risultati della disamina, si scopre che nel Nord Est si concentra oltre il 42% delle società analizzate, pari al 59,8% in termini di fatturato, di cui più della metà ha sede in Veneto, regione con il maggior numero di imprese (23% del totale, pari ad oltre un terzo del fatturato complessivo).
Il Veneto occupa la prima posizione anche in termini di esportazioni superando il 35% dell’ammontare complessivo e doppiando il Piemonte che, con una quota del 16,2%, distanzia di poco la Toscana (15,9% del totale vendite oltreconfine).
In termini di valore delle aree vitate al vertice della classifica si colloca il Trentino-Alto Adige, dove si registrano quotazioni medie pari a 267mila euro per ettaro, seguito dal Veneto con 140mila euro per ettaro. Le altre regioni si posizionano a grande distanza dalle prime due: le successive sono il Piemonte (75mila euro) e il Friuli-Venezia Giulia con 63mila euro. In Veneto le aree vitate più quotate sono le due Docg del Prosecco: Valdobbiadene, con una valutazione compresa tra i 300 e i 600mila euro a ettaro, range cresciuto nel 2021 (350-450mila euro nel 2020) e Asolo (250-350).
Guardando le aziende la leadership di vendite nel 2022 resta appannaggio del gruppo Cantine Riunite-GIV (a scavalco tra Bardolino e Reggio Emilia), con fatturato a 698,5 milioni (+10,1% sul 2021). Al secondo posto il neonato polo vinicolo Argea (455,1 milioni, +9,6%), completa il terzetto IWB (anche qui un pezzo di Veneto) in crescita del 5,2% sul 2021 a 430,3 milioni.
Il Nordest è stato anche palcoscenico di operazioni straordinarie. È il caso della già citata Argea, nata dall’aggregazione di Botter e Mondodelvino sotto la regia di Clessidra, che ha acquisito in Abruzzo la Ciccio Zaccagnini.
Mentre Renzo Rosso, patron della Diesel, proprietario della cantina Diesel Farm, si è spinto fino in Sicilia, territorio dell’Etna, dove con la holding Red Circle Investments ha rilevato il 40% della Cantina Benanti. In precedenza aveva accresciuto fino al 10% la propria quota della Masi Agricola. L’impegno dell’imprenditore veneto nel mondo del vino è proseguito nel 2023 con l’acquisizione, attraverso la nuova società di investimento Brave Wine Holding, della piemontese Josetta Saffirio.
E non è l’unico, Sandro Veronesi, Mister Calzedonia, ha acquisito Cantina La Giuva, confermando un interesse per il settore wine dove è presente da tempo con la rete di enoteche Signorvino.
Riassetti societari familiari ricorrono, invece, nell’accordo di cessione a Fracesco Illy, da parte dei fratelli, della proprietà della cantina Mastrojanni, appartenente al Gruppo Illy tramite Polo del Gusto, in cambio della propria quota di partecipazione nella holding di famiglia. E dulcis in fundo grande risalto è stato dato anche all’interventismo di Generali che, dopo aver riorganizzato le proprie cantine nelle Tenute del Leone Alato, ha ampliato il perimetro della divisione vinicola del gruppo con la società toscana di Biondi Santi.
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