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Bruno Zago rilancia Acqua Pradis: produzione al via l’1 giugno

L’imprenditore veneto della Pro-Gest fa ripartire l’azienda della Val d’Arzino Previsti investimenti per nuovo stabilimento e impianti di imbottigliamento

Guglielmo Zisa
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Da giovedì 1° giugno lo stabilimento di Clauzetto dell’Acqua Pradis riprenderà la produzione. Ad annunciarlo è lo stesso sindaco Giuliano Cescutti. L'impianto di Clauzetto, chiuso da quasi tre anni, sarà di nuovo in funzione.

A scommettere sulla sorgente del monte Dagn, con un investimento iniziale di 2 milioni e mezzo di euro, è l'imprenditore trevigiano Bruno Zago, fondatore di Pro-Gest Spa, uno tra i più importanti gruppi cartieri italiani.

Un marchio, Pradis, nato nel 1996, su intuizione di Danilo Poci, fondatore di Andromeda spa. A tre anni dalla nascita, nel 1999, l’apertura di Poci a nuovi soci che col tempo hanno detenuto il pacchetto di maggioranza.

Una storia aziendale nella norma, senza intoppi, sino a che nel 2004 contrasti interni sono sfociati in un contenzioso sulla cessione delle quote. Poi le aule di tribunale e infine la procedura di concordato preventivo per evitare il fallimento ha fatto il resto.

Una “seconda” stagione per Acqua Pradis si è aperta nell'estate del 2012 quando ad acquisire il marchio è stata la Dalus srl, cordata di imprenditori romani, trasformatasi poi in Spa, che hanno proseguito con l'imbottigliamento e la commercializzazione di Acqua Pradis in Friuli Venezia Giulia e Veneto, guardando sempre più a nuovi mercati soprattutto esteri.

Un'avventura, cominciata con il semplice affitto del ramo d'azienda e, nel giro di qualche mese, concretizzatasi con l'acquisto dell'impresa da parte di Dalus Srl, terminata circa tre anni fa e che, da domani, ripartirà con la nuova proprietà attraverso la costituzione di una società che andrà avanti fino al giorno della chiusura del concordato aperto in Tribunale a Roma.

La nuova proprietà che fa capo, appunto, all’imprenditore trevigiano subentrerà alla Dalus Srl intanto attraverso un contratto d'affitto che avrà una durata di sei mesi. Successivamente la nuova proprietà acquisterà l’azienda.

La “terza” stagione di Acqua Pradis che passa da importanti investimenti considerato che per la riqualificazione degli impianti, ormai vetusti, si rende necessario, da subito, un investimento di 2 milioni e mezzo di euro che serviranno anche per sistemare lo stabilimento stesso, in previsione di farne un altro nuovo che richiederà una spesa analoga. Progetto, quest'ultimo, che potrà essere definito soltanto quando la proprietà otterrà le autorizzazioni del caso da Comune e Regione.

L’obiettivo è realizzare un nuovo capannone di circa 3 mila metri quadrati. Un’avventura, quella della “nuova” Acqua Pradis, che ripartirà anche dalla riassunzione dei tre addetti della precedente gestione, oggi in cassa integrazione, e che punta alla produzione, inizialmente, di 30 milioni di bottiglie, vale a dire 100 mila bottiglie al giorno.

La Pradis si troverà inizialmente sugli scaffali dei supermercati e nei locali di Friuli Venezia Giulia e Veneto intanto in plastica ma fra i principali obiettivi della nuova proprietà vi è quello di ripartire con l'imbottigliamento in vetro.

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