Da Agrusti fino a Zamò ecco gli imprenditori che sceglieranno l’erede di Bonomi
L’amministratore delegato di Fincantieri Folgiero tra i 20 eletti nel consiglio di Confindustria che nominerà il futuro presidente

Pierroberto Folgiero, l’amministratore delegato del gruppo Fincantieri, è stato eletto dall’Assemblea dei delegati di Confindustria nel Consiglio Generale di Viale dell’Astronomia, il parlamentino composto da 170 membri chiamato ogni 4 anni a designare il nuovo presidente della Federazione.
Oltre al manager, ceo dell’azienda leader della cantieristica navale, che entra in consiglio come uno dei 10 rappresentanti delle grandi imprese (altri 5 componenti rappresentano le medie imprese e i restanti le piccole), con un ruolo dunque di peso, la pattuglia Fvg che parteciperà ai lavori del Consiglio generale per arrivare al successore di Carlo Bonomi (ieri alla sua ultima presidenza dell’assemblea) conta anche su sei componenti di diritto: due membri di Confindustria Fvg, tre di Confindustria Alto Adriatico, uno di Confindustria Udine. Per la Federazione regionale entrano in Consiglio il neo presidente Pierluigi Zamò e il delegato alla piccola industria Michele Da Col. Per Confindustria Alto Adriatico il presidente Michelangelo Agrusti, il past president Sergio Razeto e il presidente della Metalmeccanica, Gianfranco Bisaro.
E per palazzo Torriani il nome dovrebbe essere quello della vicepresidente Anna Mareschi Danieli. Definito il Consiglio generale, che è l'organo di indirizzo politico nonché di raccordo e coordinamento tra il vertice dell’associazione e la base, il lavoro per la definizione del nome o dei nomi da proporre all’assemblea dei delegati per il dopo Bonomi può iniziare.
Con la consapevolezza, in un Nordest desideroso di giocarsi la partita da protagonista, che senza una fortissima coesione tra le Confindustrie del quadrante orientale, l’impresa di arrivare a imporre un proprio candidato a Roma è destinata a essere schiacciata da attori storicamente determinanti nella partita della presidenza nazionale (un esempio fra tutti Assolombarda), e restare dunque una velleità.
Del resto, che nel lembo più orientale del Paese l’attitudine a fare squadra non sia delle più generose è nota da tempo, ma questa potrebbe essere la volta buona, con un nome forte da sostenere. Quale? I rumors degli ultimi mesi puntano all’attuale leader di Confindustria Veneto, Enrico Carraro.
Ma c’è anche chi chiama in causa Barbara Beltrame Giacomello, vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione. Se così fosse, la speranza di un’unica proposta forte sarebbe già sfumata sul nascere e il fronte si ritroverebbe diviso alla viglia, tanto in Veneto che in Fvg, con Confindustria Veneto Est e Confindustria Alto Adriatico pronte, si dice, a sostenere Carraro, al contrario di Vicenza che darebbe, non ultimo per ragioni di campanile, il suo appoggio alla candidata di casa Beltrame, che pure potrebbe raccogliere, per affinità di settore - sono entrambi player della siderurgia - l'appoggio di Gianpietro Benedetti (Confindustria Udine). Da qui si parte.
Il tempo per cercare una sintesi e tentare la scalata a viale dell’Astronomia del resto non manca. E per dare il via alla competizione mancano sulla scacchiera altri candidati di altri territori che certamente non mancheranno. I prossimi mesi serviranno per sondare le aspettative degli imprenditori e raccogliere candidature e disponibilità e arrivare così a inizio 2024 con “il” candidato alla carica sul quale gli imprenditori saranno chiamati ad esprimersi in assemblea. La partita, quella vera, è dunque appena iniziata.—
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