Il sindacato: «Electrolux, sì a un accordo ma l’azienda faccia chiarezza»
«La volontà di arrivare ad un accordo da parte nostra c’è, ma anche Electrolux dovrà fare la propria parte». È Gianluca Ficco, coordinatore nazionale della Uilm, a rispondere all’aut aut dell’azienda
e.d.g.
«La volontà di arrivare ad un accordo da parte nostra c’è, ma anche Electrolux dovrà fare la propria parte». È Gianluca Ficco, coordinatore nazionale della Uilm, a rispondere all’aut aut dell’azienda
O il 5 giugno si arriverà ad un’intesa, o l’investimento da 110 milioni a Susegana non si farà. Che cosa risponde il sindacato ad Electrolux?
«Tutti gli accordi che hanno a che vedere con investimenti prevedono tempi massimi entro i quali siglarli. Preferisco vedere la cosa non come un aut aut ma come una questione operativa. Faremo del nostro meglio per sciogliere ogni riserva perché il 5 sia chiaro se un accordo sia possibile».
La richiesta è l’accelerazione delle linee, i 120 pezzi/ora. Ci sono le condizioni per arrivarci?
«Preliminarmente dobbiamo chiarire i punti su cui l’azienda ha dato una disponibilità di principio, vale a dire il posizionamento di cadenziatori che rendano non alterabile il ciclo produttivo, e clausole che leghino l’incremento del gettito ai maggiori volumi. Né dimenticherei che è necessario trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di competitività dell’azienda e quelle non certo meno importanti della salvaguardia della salute dei lavoratori».
Le verifiche della commissione tecnica che dicono?
«Non hanno dato le risposte e hanno rilevato una situazione problematica nell’organizzazione del lavoro. Oggi i cadenziatori non ci sono e questo fa sì che i ritmi siano più veloci di quelli previsti tanto da abbassare l’indice Ocra sul rischio muscolo-scheletrico degli arti superiori».
L’azienda dice che le pause non sono state messe in discussione.
«Tanto meglio, vuol dire che avremo un problema in meno da affrontare».
Sempre l’azienda puntualizza che i 120 pezzi l’ora sono previsti da subito solo sulla nuova linea, nelle altre solo a fronte di domanda crescente del mercato.
«Noi abbiamo chiesto, e bene che l’azienda lo accetti, che il nuovo ritmo di lavoro si applichi solo sulla terza linea, e questo presuppone che l’investimento venga fatto, e poi sulle due linee già operative solo se i volumi cresceranno. E’ una condizione, questa, che abbiamo posto per evitare che il numero dei pezzi/ora salga anche se i volumi non lo richiederebbero. In sostanza vogliamo legare il maggiore gettito ai volumi reali, non alle previsioni».
Infine?
«A prescindere dal fatto se riusciremo a o meno raggiungere un accordo, e io spero di sì, Electrolux deve sapere che non può rinviare ancora a lungo un confronto sul futuro generale del gruppo, sugli assetti societari e sulle conseguenti strategie anche nel nostro Paese». —
e.d.g.
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