«La nautica vale oltre 3,6 miliardi. Qui una nuova Costa Azzurra»
Parla Alberto Galassi, ad del gruppo Ferretti (yacht di lusso): «L’Alto Adriatico, da Venezia a Trieste, ha forti potenzialità»
Roberta Paolini
«Quando il sindaco Luigi Brugnaro mi chiese cosa ne pensassi di un Salone della Nautica a Venezia, se noi saremmo stati disponibili gli risposi che mi aveva già convito a Salone Nautico a Venezia». Alberto Galassi, ceo di Ferretti Group, la Ferrari degli yacht made in Italy, fa una battuta alla Jerry Maguire.
Ha appena lasciato l’Arsenale, dove il gruppo di barche di lusso ha portato una flotta di dieci splendidi yacht e una anteprima, l’avveniristico Wallywhy 150, realizzato dal team di Wally-Ferretti Group Engineering in collaborazione con lo Studio Vallicelli Design, che ne ha firmato il design interno.
Galassi sta lasciando Venezia, il Salone si conclude il 4 giugno (domani per chi legge) che esperienza è stata la vostra quarta edizione?
«Per noi è sempre una grande emozione, mi ha molto inorgoglito anche l’altissima rappresenta da parte di tante cariche dello stato e della regione. Una concentrazione di personalità, che da sola dice cosa possa fare Venezia per il comparto natico nazionale. Non si tratta solo del Salone, ma di quello che una città come Venezia rappresenta per la nautica italiana. Abbiamo numeri e capacità uniche al mondo, se pensiamo che il valore della produzione nel 2021 è stato di 3,6 miliardi di euro e che nel portafoglio ordini mondiali noi italiani facciamo la metà del mercato. Il nostra Paese è il primo all'interno del portafoglio ordini globali di superyacht, con una quota del 49%. Tutto il mondo messo insieme fa come l’Italia».
Una cornice ideale, per il diportismo italiano.
«Un salone nautico si può fare in qualsiasi bella città di mare. Ma questa è la città di mare per eccellenza, un luogo del quale è impossibile fare l’abitudine. Abbiamo fatto un incontro con alcuni investitori qui durante il Salone, c’erano le nostre barche fuori, il tramonto sull’Arsenale, una sensazione magica, da mozzare il fiato. Non credo possa esistere una vetrina più bella in Italia per presentare le nostre barche. Venezia è la carta più alta del mazzo».
Ma resta un Salone più piccolo rispetto a Genova.
«Ma quello è un altro pubblico. Il nostro pubblico va a Cannes, Montecarlo, a Dusseldorf. Ama Dubai e Hong Kong. Il nostro cliente è in 71 paesi nel mondo, l’Italia rappresenta il 10 per cento del nostro fatturato. E questo tipo di cliente viene più volentieri a Venezia che a Genova. Dove non può avere la stessa accoglienza e quello che offre è quindi un Salone diverso per dimensione. Venezia è una boutique ed è un evento complementare, non confrontabile. Qui i nostri clienti hanno alberghi strepitosi, ristoranti, i negozi, l’arte e la cultura, con due Biennali una di arte e una di architettura. Guardi la tua barca, la provi e poi vai a goderti la città, questo Genova non può darlo».
Lei cita Cannes e cita Montecarlo, ma lì c’è una tradizione di diportisti che Venezia, ma anche l’Alto Adriatico italiano non hanno. Sì vediamo megayacht in città, a Venezia come a Trieste, ma non è la stessa cosa.
«La Costa Azzurra nasce come meta dei diportisti, negli anni Cinquanta e sessanta. L’Alto Adriatico e Venezia hanno delle potenzialità inespresse. Ma non parlo dei megayacht, non sono quelli che fanno la differenza. Ma se uno guarda cosa succede davanti alle spiagge di Lignano e Jesolo, ci sono tanti venti/venticique/trenta metri, quello è un diportismo che potrebbe godere anche di Venezia. Ed è un turismo molto bello, alto spendente, bisogna educare a questa possibilità. E vale appunto per l’Alto Adriatico, non solo per la costa Dalmata, Slovenia e Croazia».
Siete pronti per il dual listing arriverete anche in Borsa a Milano. Che anno è per il gruppo?
«Siamo un settore privilegiato che non ha risentito di pandemia, guerra, inflazione, costi energetici e delle materie prime. Il nostro portafoglio ordini è a curca 1,5 miliardi in crescita a doppia cifra. Arriveremo a Piazza Affarri, ed è la prima volta per una azienda quotata a Hong Kong, nella prima finestra estiva utile e avremo un flottante del 65%, saremo una vera public company».
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