Midea-Electrolux, decisione a giorni
Rumors parlano di confronto alle battute finali mentre analisti Usa ritengono l’ipotesi tramontata. Il peso dei Wallemberg, le tensioni con la Cina. Timori per le conseguenze sui siti italiani di un eventuale passaggio di mano
Elena Del Giudice
Metaforicamente è la classica nuvola presente, e a tratti ingombrante, anche al tavolo della trattativa per l’investimento da 110 milioni di euro nello stabilimento di Susegana. La domanda più volte espressa, che non ha ancora una risposta, è: cambierà l’assetto societario di Electrolux? Che poi si declina in altri quesiti, a partire da quello legato alla trattativa conclusasi all’alba di martedì, ovvero se l’eventuale nuovo proprietario confermerà o meno sia l’investimento che la mission di Susegana, che si candida ad essere “lo” stabilimento top del gruppo per il freddo. Un tema, quello del dichiarato interesse del colosso cinese Midea su Electrolux, che è comparso al tavolo con i sindacati anche perché nella notte di lunedì una testata online lo ha rilanciato ipotizzando - facendo riferimento alla stessa fonte che per prima aveva dato notizia dell’offerta di Midea - la fine della trattativa nel volgere di pochi giorni. Alla notizia non sono seguiti riscontri - al momento - mentre sui media Usa analisi ritengono che il confronto con i cinesi si sia fermato e giudicano più probabile che Electrolux continui a “ballare da sola”. «Il gruppo - è la considerazione - ha avviato un importante piano di riduzione dei costi e ha destinato 8 miliardi di corone svedesi (oltre 680 milioni di euro) a investimenti (circa 220 milioni quest’anno solo nelle due fabbriche italiane di Susegana e Solaro, ndr)» e punta a tornare ad una remunerazione del 6%. Inoltre Investor AB, la holding svedese controllata dalla famiglia Wallenberg, socio storico di Electrolux al 18%, ma con il 30% di diritti di voto, non pare avere alcuna fretta di cedere le proprie quote a Midea. Diverse fonti avevano già spiegato che a giudizio dei Wallemberg l’offerta di Midea non era adeguata, posizionandosi al di sotto del valore della capitalizzazione di mercato, mentre le garanzie chieste dalla famiglia svedese ai cinesi su una possibile conclusione positiva della cessione anche a fronte di una opposizione del Governo Usa all’operazione (le riserve su un’avanzata cinese in compagnie operative negli Sati Uniti sono sempre più forti), non sarebbero arrivate. Rumors parlavano anche di un possibile interesse di Samsung nei confronti di Electrolux, ma dal colosso sudcoreano (diversamente da quel che è accaduto con Midea) non è arrivata alcuna conferma.
Ecco che la nube, a cui avevamo accennato all’inizio, rimane al suo posto in attesa dell’evolversi degli eventi a cui, sindacato e lavoratori in primis, sono particolarmente interessati, e non a caso anche ieri è stata reiterata la richiesta al Governo di attivare un tavolo per l’elettrodomestico, settore oggi in sofferenza causa una domanda asfittica che non è detto possa riprendere a breve. A conferma le richieste di Elecrolux di utilizzo della cassa integrazione a riduzione d’orario a Porcia anche per il mese di luglio - che ha già ottenuto una risposta negativa da Fim, Fiom e Uilm - e i tre giorni di stop produttivo appena comunicati per il 16, 19 e 23 giugno.
I commenti dei lettori