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Acc: accertata la responsabilità per mala gestio degli ex amministratori per il crac del 2013

La Corte d’Appello di Milano ha accolto l’appello proposto dalla procedura di amministrazione straordinaria di ACC Compressors, riformando integralmente la sentenza del Tribunale di Milano che, nel febbraio 2021, aveva rigettato le domande risarcitorie

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E’ stata resa nota in queste ore la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Milano ha accolto l’appello proposto dalla procedura di amministrazione straordinaria di ACC Compressors S.p.A., riformando integralmente la sentenza del Tribunale di Milano che, nel febbraio 2021, aveva rigettato le domande risarcitorie formulate avverso gli ex amministratori e sindaci della società.

In particolare, la Corte d’Appello, accogliendo in toto le tesi difensive della procedura, ha accertato sia la responsabilità per mala gestio degli ex amministratori Luca Amedeo Ramella, Paolo Cesare Pecorella e Fausto Cosi per aver omesso, alla fine del 2011, il tempestivo accesso a una procedura concorsuale e aver invece proseguito l’attività caratteristica dell’impresa, sia la responsabilità degli ex sindaci Marco Baccani, Luigi Provaggi e Alberto Borelli per violazione del proprio dovere di vigilanza sull’operato degli amministratori nonché per essere venuti meno al proprio dovere di intervento.

In ragione di ciò, la Corte d’Appello ha riconosciuto alla procedura il diritto al risarcimento di un danno complessivamente quantificato in € 4.122.407,00 oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria, nonché al rimborso delle spese legali per i due gradi di giudizio pari a complessivi € 167.689,60.

Il commissario straordinario, Maurizio Castro, ha espresso soddisfazione per il provvedimento adottato dalla Corte ambrosiana perché finalmente esso riconosce con compiuta autorevolezza, dopo molte incertezze e ambiguità, che il dissesto dello straordinario patrimonio industriale e occupazionale dell’ex Zanussi Elettromeccanica e del suo storico stabilimento di Mel, ridotti all’insolvenza dopo aver dominato i mercati mondiali con la forza della propria tecnologia e della propria efficienza produttiva, è stato cagionato dalle condotte fortemente inappropriate adottate dai loro amministratori.

L’azienda era stata ceduta nel 2003 dal Gruppo Electrolux a un pool di fondi speculativi, da ultimo riconducibili alla galassia finanziaria di Goldman Sachs e di alcune finanziarie italiane, quand’era ancora leader mondiale nel settore del compressore per la refrigerazione domestica; solo dieci anni dopo, era stata dichiarata l’insolvenza della Società, sommersa da un dissesto complessivamente stimato in 450 milioni di euro.

Entrata in amministrazione straordinaria nel 2013, ACC Compressors è stata ceduta nel dicembre 2014 al Gruppo cinese Wanbao. Nel 2020, è sdrucciolata in una nuova crisi, ancora una volta governata con il ricorso all’amministrazione straordinaria, che nel 2022 ha ceduto il sito e gran parte degli addetti al Gruppo LU.VE-SEST e gli impianti al Gruppo Walton.

Un particolare ringraziamento è stato rivolto dal commissario, oltre che al proprio team legale (lo Studio Legale Fieldfisher di Milano e il prof. Danilo Galletti dell’Università di Trento), al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e alla Regione Veneto che hanno supportato convintamente la procedura nella lunga battaglia giudiziaria, anche quando pareva perduta (con la prima sentenza milanese e con l’assoluzione in sede penale a Pordenone degli ex-amministratori).

Il commissario ha espresso l’opinione che lo stesso processo penale contro gli ex amministratori, giunto alla fase d’appello a Trieste (il 4 ottobre si terrà la prossima udienza) e in cui la procedura di amministrazione straordinaria è affiancata come parte civile dalla Regione Veneto e dall’O.S.L. Fiom-CGIL, dovrà prendere atto del radicale cambio di rotta impresso alla vicenda giudiziaria dalla cruciale pronunzia della Corte d’Appello di Milano.

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