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Confindustria, parte la corsa al dopo Bonomi: il Veneto alla ricerca dell’unità

I candidati non ci sono ancora ma all’assemblea di Confindustria nazionale un primo importante test

Roberta Paolini
1 minuto di lettura
LaPresse (lapresse)

La griglia di partenza per la corsa al dopo Carlo Bonomi alla fine dell’assemblea di Confindustria, oggi a Roma, se non completa sarà almeno un po’ più chiara. E per il Veneto delle confindustrie questo potrebbero essere un primissimo test. Almeno per testare le reali intenzioni.

Nel quadro Vincenzo Marinese, vicepresidente della potente Veneto Est, simpatizzerebbe per vedere al vertice nazionale Emanuele Orsini. Vice di Bonomi e nome che non sarebbe gradito al resto della territoriale fresca di matrimonio tra Treviso e Padova con Venezia e Rovigo.

Da quel che risulta l’appoggio di Marinese, nel caso, sarebbe del tutto personale.

«Credo che sia buttare la palla avanti, in questo momento - ha però detto Marinese interrogato sui rumors - non è questo il momento di parlare di candidature e appoggi, visto che i saggi vengono nominati a gennaio. Certo ho una conoscenza e una simpatia personale per Orsini, come per altri componenti di Confindustria. Ma è molto prematuro parlare di questo».

Orsini, emiliano, che candidato ancora non è visto che la corsa ancora non è iniziata, è un nome non gradito all’anima trevigiana, quella più consistente numericamente parlando dentro a Veneto Est, e certo non sarebbe gradito neppure alla parte padovana.

C’è chi all’ipotesi ha gettato subito acqua sul fuoco, in fondo i candidati ancora non ci sono, la corsa entrerà nel vivo solo tra qualche settimana e avrà un suo primo culmine a Capri, alla convention dei giovani, dove ci sarà un primo giro di consultazioni, benché in versione informale. In quanto i saggi per aprire l’effettiva corsa alla candidature verranno nominati a gennaio del 2024.

Ma il Nordest in generale e il Veneto in particolare è sensibile a questa tornata. Un po’ perché la nascita di Veneto Est ha fatto aumentare il peso specifico del territorio e un po’ perché il territorio reclama finalmente un suo esponente al vertice dell’Aquilotto. Soprattutto per la richiesta, condivisa da tutto il sistema, di un imprenditore solido, con una media impresa manifatturiera alle spalle a guidare gli industriali italiani.

«È evidente che sarei felice di vedere un veneto come presidente di Confindustria, ma nei tempi e nei modi giusti» conclude Marinese. Se dunque il Veneto vuole il suo esponente deve scegliere un nome, quelli finora circolati sono Enrico Carraro e Barbara Beltrame, e deve trovarsi compatto su quella scelta. Le due faccende sono collegate. Anche perché altri territori, leggi Emilia Romagna, già si stanno muovendo e un nome importante è già circolato, non Orsini, ma Maurizio Marchesini, vice di Bonomi e a capo di una multinazionale italiana.

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