In evidenza
Sezioni
Quotidiani GNN

I nuovi precari. Voucher e autonomi, l'altra faccia del Jobs act

Esploit a Nordest dei buoni lavoro (15 milioni da gennaio) ma anche di altre forme di occupazione 'grigia' come i falsi part time e le partite Iva. Allarme sindacati per il nuovo sommerso

1 minuto di lettura
Voucher venditi a Nordest da gennaio - Fonte Inps 

PADOVA. Part time a giornata piena, finte partite Iva in regime di mono-committenza, voucher e lavoro autonomo occasionale. E' la fascia del lavoro grigia, quella che disegna un nuovo precariato che è andato pian piano a sostituire vecchie forme di lavoro come quelle a chiamata o intermittenza.

Prendiamo ad esempio i voucher. Valgono 10 euro e per reperirli basta recarsi dal tabaccaio che li stacca in un secondo. A Nordest, da gennaio, di questi 'buoni lavoro' ne sono stati utilizzati quasi 15 milioni per un importo di uguale valore: oltre 12,5 milioni solo tra Veneto (9,2 milioni) e Friuli Venezia Giulia (3,3 milioni). La crescita rispetto allo stesso periodo del 2014 è del 59,3% in Veneto e del 39,4%. Di contro (dati Veneto Lavoro) è in contrazione il ricorso al lavoro intermittente (-9% nel 2015), proprio per il successo dei buoni lavoro. «Voucher e part time ti permettono formalmente di essere in regola ma per le loro caratteristiche si prestano ad abusi – spiega Paolo Righetti della Cgil Veneto – con due voucher si possono pagare prestazioni per un'intera giornata, mentre con un part time si può sfruttare il lavoratore a tempo pieno anche con meccanismi di elusione retributiva e contributiva».


«La parte che riguarda le partite Iva monocomittenti e il lavoro autonomo occasionale rientrano invece nell'ambito del finto lavoro autonomo che viene formalmente caratterizzato da una prestazione d'opera di lavoro autonomo ma  che in realtà aggira un rapporto subordinato – continua Righetti – tra l'altro, a condizioni di orario organizzative che non offrono, in realtà, autonomia».


Il lavoro autonomo occasionale non richiede iscrizione alla camera di commercio né una partita Iva. Pretende di non superare una soglia annuale ma  consente una prestazione senza contratto e può venire usato anche per gli stagionali. «Non si tratta di contratti a progetto ma di modalità mascherate per non fare prestazioni di lavoro subordinato e difficilmente si supera il tetto di reddito masso – conclude Righetti -. Il nodo è che formalmente c'è una carta in  mano al lavoratore ma questo viene chiamato quando serve. Di tutto questo non esiste rilevazione e ad oggi non ne abbiamo contezza» chiude il sindacalista.
 

I commenti dei lettori