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Frena l'occupazione stabile a Nordest -11,8%

Finito l’effetto sgravi, crollano le assunzioni. L’Inps ha diramato oggi i dati di febbraio 2016: - 34% i contratti stabili a Nordest, le trasformazioni sono in calo a -9,4%. Giù anche le cessazioni (-9,1%)

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Finito l’effetto sgravi crollano le assunzioni. L’Inps ha diramato oggi i dati sulle assunzioni a febbraio 2016. E anche nel secondo mese dell’anno, a livello Italia, prosegue l'emorragia di assunzioni avviata a gennaio, quando si sono di colpo ridotti i vantaggi fiscali dei nuovi contratti, facendo invertire la dinamica al mercato del lavoro al di là dei benefici indotti dal Job Act.

Secondo l'Osservatorio Inps sul precariato, le assunzioni a febbraio sono risultate 341 mila, con un calo del 12% (-48 mila) rispetto al 2015. A gennaio il calo era risultato del 17%. Nei primi due mesi dell’anno il calo è di oltre il 15% in Italia. Meno 33% rispetto all'anno scorso solo i contratti a tempo indeterminato.


In Veneto nel 2015 tra gennaio e febbraio, segnala l’Inps, si sono registrati 24.242 assunzioni a tempo indeterminato, oggi scese a 16.398. Calano di poco (da 52.660 a 52.550 anche le assunzioni a termine) mentre si riprende l’apprendistato (da 4.351 del 2015 a 4.664 del 2016).

Il complesso delle assunzioni in Veneto passa quindi dagli oltre 81 mila lavoratori di gennaio-febbraio 2015 a i 73.612 di quest’anno. Il calo delle assunzioni a tempo indeterminato è del 32%. Nel complesso le assunzioni segnano in Veneto nel 2016 un -9,4%.

In Friuli Venezia Giulia le assunzioni nel complesso calano del 10,6%, -32,9% quelle a tempo indeterminato che passano da 4.824 nel 2015 ai 3235 di gennaio-febbraio 2016.

La media Nordest per le assunzioni segna tra 2015 e 2016 per la macroarea un calo del 34% sul tempo indeterminato e dell’11,8% delle assunzioni in totale. Le trasformazioni segnano invece un -9,4% complessivo, e un -16,8% nella trasformazione di rapporti a termine.


Scendono però anche le cessazioni: - 9,1% nell’intero Nordest. In Veneto la cifra è di -7,1% (a gennaio-febbraio 2016 sono 52.760 contro le 56.804 del 2015). In Fvg la dinamica è ancora maggiore: -15,6% da 12.777 a 10789.

In Italia le cessazioni, complessivamente risultano diminuite del 7%; quelle a tempo indeterminato risultano di pari consistenza con febbraio 2015. Ma anche a livello nazionale, il flusso di trasformazioni a tempo indeterminato è in forte contrazione (-50%). Tali dinamiche descritte consentono di registrare, per il bimestre gennaio-febbraio 2016 un saldo mensile, tra assunzioni e cessazioni, pari a +167.000, inferiore a quello del bimestre corrispondente 2015 (+244.000). Tale differenza – spiega l’Inps - è totalmente attribuibile alle posizioni di lavoro a tempo indeterminato.

In totale, calcola l’Inps a Nordest nel 2015 ci sono state 200.509 assunzioni a tempo indeterminato instaurate con la fruizione dell’esonero contributivo, in totale in Italia si parla di 1.170.947 nuovi contratti attivati con esonero. In Veneto sono 85.087, in Friuli Venezia Giulia 19.861. Oltre 108 mila le trasformazioni di rapporti a termine in indeterminato nel 2015 a Nordest  di cui 45 mila in Veneto e 9.841 in Friuli Vg.


Crescono infine a Nordest i voucher a 10 euro nominali. A gennaio e febbraio 2016 si parla di 1.933.254 buoni venduti con una variazione sul 2015 di +39%. In dettaglio il Veneto nel 2016 cresce nei voucher del 40,2% per 2,6 milioni di buoni staccati, mentre in Fvg per 905 mila buoni la variazione sul 2015 nei primi due mesi è del 33,9%.
Per quanto riguarda i buoni lavoro a livello nazionale, nel primo bimestre 2016 sono stati venduti 19,6 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo bimestre 2015, pari al 45 per cento.

"Con un nuovo exploit anche nel 2016, i voucher stanno diventando una delle primarie modalità lavorative in Italia e soprattutto nel Veneto dove l’anno scorso hanno superato i 15 milioni, interessando oltre 100.000 lavoratori di tutte le età" commenta a caldo la Cgil.  “Ma il problema – osserva Tiziana Basso, segreteria della Cgil veneta - è che questa modalità oltre a non garantire nessuna tutela ai lavoratori, nasconde ampie aree di lavoro grigio essendo piuttosto larghe le maglie normative che la regolano. Inoltre vi è un danno previdenziale per i lavoratori, che pure versano un contributo all’Inps (il 13% del voucher) poiché andando questo nella gestione separata, difficilmente verrà cumulato agli altri contributi il giorno in cui andranno in pensione”.


La Cgil ne chiede dunque l’abolizione e, nell’ambito della raccolta di firme per il Nuovo Statuto del Lavoro, prevede alcuni referendum rafforzativi tra cui quello per la soppressione dei voucher in quanto forma estrema di precarietà.


 

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