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Electrolux Italia, i lavoratori bocciano l’accordo sull’integrativo che invece passa al Professional

Concluso lo spoglio delle schede per il referendum tra i circa 6 mila addetti della multinazionale. I “no” sono maggioranza a Susegana, Solaro e Forlì. A Porcia prevalenza di “sì”

Elena Del Giudice
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PORDENONE. Non accadeva da oltre vent’anni che in Electrolux un’ipotesi di accordo sull’integrativo venisse bocciata, era la famosa intesa che introduceva il job on call, il lavoro a chiamata. È accaduto oggi. La maggioranza dei dipendenti di Electrolux Italia, ovvero i lavoratori degli stabilimenti del “bianco”, hanno detto “no” all’ipotesi di accordo siglata in aprile dai coordinatori nazionali di Fim, Fiom e Uilm (ma non sottoscritta da diversi rappresentanti delle Rsu); esito diverso invece in Electrolux Professional (stabilimenti a Pordenone, Spilamberto, in provincia di Modena, e uffici ad Assago) dove i “si” hanno prevalso.

I dati - provvisori - dei 5 stabilimenti del “bianco” danno una prevalenza di 1.761 no, contro 1.402 sì. Il no ha vinto a Susegana (663 contro 199), a Solaro (307 contro 267) e a Forlì (533 contro 168). I sì sono stati invece la maggioranza a Porcia (595 contro 254) e a Cerreto d’Esi (126 contro 4).

L’esito è dunque una bocciatura dell’accordo sul contratto di secondo livello per i dipendenti di Electrolux Italia.

In Electrolux Professional, stessa proprietà ma non più stesso gruppo, i sì invece hanno prevalso (a Pordenone 395 contro 78, a Spilamberto 77 contro 1 e ad Assago 40 sì e nessuno contrario). Sommando tutti i voti si arriva a 1.896 si contro 1.834 no.

Manca però la proclamazione ufficiale del risultato, arrivata ieri sera solo dalla Fiom, che da sola “ratifica” l’esito. Ma non tiene conto delle posizioni - piuttosto forti - di chi sostiene che due sono le aziende, due i contratti, diverso l’esito del referendum.

La situazione è inedita. In passato l’integrativo era materia del “gruppo” Electrolux, elettrodomestico e apparecchiature professionali, che si è diviso poco più di un anno fa in due società distinte.

«Lunedì 17 maggio la Fiom nazionale ha convocato una riunione delle strutture Fiom interessate e delle Rsu Fiom di tutti gli stabilimenti del gruppo per discutere dell’esito del referendum», fa sapere il sindacato. «Come Uilm - dichiara Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Electrolux - attendiamo la proclamazione ufficiale perché è evidente che dai primi dati i sì superano di poco i no e le fabbriche sono divise, e questo impone il mettersi in ascolto dei lavoratori e di operare per ricostruire l’unità». —

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