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Il 1° giugno si ferma il trasporto pubblico per chiedere il rinnovo del contratto

4 presidi in Veneto: a Belluno, Venezia, Padova e Verona. Il settore conta nella regione 6 mila addetti in oltre 30 aziende e 477 milioni di passeggeri l’anno

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(ansa)

VENEZIA. «A 3 anni dalla scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, e dopo gli scioperi dell’8 febbraio e del 26 marzo, le associazioni datoriali Asstra, Anav e Agens - pur avendo ricevuto importanti risorse governative per affrontare e sostenere gli effetti della pandemia (2,8 miliardi circa, a copertura dei mancati ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio), e nonostante le ulteriori norme legislative a sostegno del settore (che hanno riconosciuto l’invariabilità dei corrispettivi dei contratti di servizio in ragione dei minori chilometri effettuati durante le fasi di riduzione dei servizi stessi) - continuano a non voler riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori del settore il diritto al rinnovo del contratto di lavoro, al miglioramento delle condizioni lavorative, normative e salariali».

«Per queste ragioni – spiegano le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna – chiediamo la copertura economica del triennio 2018 – 2020 e l’avvio del confronto per il rinnovo normativo ed economico del contratto collettivo nazionale di lavoro».

Vista l’indisponibilità della controparte datoriale, i sindacati hanno indetto il terzo sciopero nazionale di 24 ore per martedì 1 giugno.

In Veneto si terranno 4 presidi: in piazza Duomo a Belluno (dalle ore 10.00); in via Rismondo a Padova, davanti alla sede di Busitalia (dalle ore 11 alle 12), in calle XXII Marzo a Venezia, davanti alla sede del Consiglio regionale (dalle ore 10 alle 13). In piazzale Stazione a Verona (dalle ore 9.30 alle 12)

«Insieme alla Fit Cisl e alla Uiltrasporti, abbiamo scritto – dichiara Renzo Varagnolo, segretario generale Filt Cgil Veneto – all’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, per chiedere un incontro, sottolineando l’importante contributo delle lavoratrici e dei lavoratori nella gestione della fase pandemica e della ripresa (soprattutto per il trasporto scolastico)».

«Siamo consapevoli delle difficoltà anche delle aziende, soprattutto per la mancanza delle entrate del turismo, ma riteniamo che ciò non giustifichi il mancato rinnovo del CCNL, mentre altri lavoratori dei trasporti, che hanno sofferto la stessa crisi sociale ed economica, hanno rinnovato il loro contratto, come i Portuali, la Logistica e Trasporto Merci, i Marittimi, i Ferrovieri eccetera».

Il settore conta in Veneto 6.000 lavoratori, oltre 30 aziende, 63 contratti di servizio, 477 milioni di passeggeri.

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