Un imbuto formativo causa la sete di dottori E le coop dei “gettonisti” così fanno affari d’oro
Nel Veneto mancano 1.150 medici ospedalieri, mentre in Friuli Venezia Giulia entro il 2030 la metà dei medici di medicina generale andranno in quiescenza. La pandemia ha aggravato una situazione già compromessa
Nicola Brillo
La mancanza di medici è una criticità che investe l’intero territorio nazionale, causata da un’errata programmazione a livello centrale che ha determinato il cosiddetto “imbuto formativo”. E su tutto ciò si è abbattuta la pandemia. La carenza in corsia e negli ambulatori non risparmia Veneto e Friuli Venezia Giulia. I dati diffusi dalle associazioni di categoria danno un quadro allarmante della situazione. Non solo gli ospedalieri, anche i medici di famiglia si trovano con difficoltà.
Nel Veneto mancano 1.150 medici ospedalieri, mentre in Friuli Venezia Giulia entro il 2030 la metà dei medici di medicina generale andranno in quiescenza. In particolare manca personale medico nei pronto soccorso e nel reparto rianimazione, con un numero di candidati ai concorsi ben inferiore ai posti disponibili. Per far fronte al problema, specie per la medicina di emergenza, vengono ingaggiati molto spesso i cosiddetti “gettonisti”, medici forniti alle Ulss attraverso le cooperative con incarichi orari a tre cifre. Modalità fortemente criticate da Cgil, Cisl e Uil.
A testimoniare la gravità della situazione sul fronte dei compensi c’è anche l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) presso i ministeri della Sanità e dell’Economia al fine di sollecitare un decreto ministeriale che faccia chiarezza sulla questione e dia dei criteri di congruità dei prezzi.
A fronte della carenza di medici di Medicina generale, la Regione del Veneto ha provveduto ad aumentare il più possibile il contingente dei medici ammessi a frequentare il corso di formazione specifica, in modo da rimpinguare in sede di graduatoria la rosa di professionisti cui attingere. Il numero di posti messi a bando nel triennio 2021-2024 risulta infatti più che triplicato rispetto al triennio 2020-2023, passando da 128 a 433 posti. In particolare rispetto alle 85 borse di studio ex bando ordinario attribuite al Veneto nel 2020 si è passati alle 240 previste nel 2021, a cui ne sono state aggiunte ulteriori 66, grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr per un totale di 306 borse di studio. Anche il contingente ex Decreto Calabria è stato sensibilmente aumentato, passando dagli 80 posti del 2020 ai 127 assegnati per il 2021.
La Giunta regionale ha recentemente approvato il bando di concorso e l’avviso pubblico per l’accesso al corso triennale di formazione specifica in medicina generale per un totale 353 nuovi medici di medicina generale nel triennio 2022-2025. Una delle aree con maggiore difficoltà di reperimento dei camici bianchi è quella montana.
Qui l’Ulss Dolomiti e l’Università di Padova hanno siglato un protocollo, che impegna l’ateneo ad aumentare il numero dei medici in formazione specialistica che completeranno il percorso di studi nelle Dolomiti, e l’Azienda sanitaria ad offrire una soluzione abitativa.
«Un progetto innovativo e concreto: mettere a disposizione un supporto logistico per giovani medici specializzandi che scelgono di venire in questi territori diventa fondamentale», sottolinea l’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin.
In Friuli Venezia Giulia il vicegovernatore e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, ricorda come la Regione, nel corso degli ultimi cinque anni, abbia fatto «un grande lavoro pure sul fabbisogno formativo per quanto riguarda le professioni sanitarie: l'infermieristica è passata da 270 borse di studio del 2018 a 400 del 2022, fisioterapia da 50 a 100, assistenza sanitaria da zero a 40; le scienze infermieristiche ostetriche da zero a 30; l'educatore professionale da 40 a 80, medicina generale da 20 a 40, solo per fare qualche esempio».
Ventidue contratti aggiuntivi di formazione specialistica per medici sono stati finanziati per l'anno accademico 2021-2022, che ha individuato per il percorso formativo le Scuole di specializzazione delle Università degli studi di Trieste, Udine e Verona. A Sacile sono rimasti senza medico di base e l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ha inaugurato l’Ambulatorio sperimentale di assistenza primaria.
In accordo con i sindacati Fimmg e Snami, saranno i giovani del Ceformed, la scuola per i medici di medicina generale, ad occuparsi dei pazienti rimasti senza dottore di famiglia. L’attività è organizzata in sei turni di sei ore al giorno dal lunedì al venerdì. I medici impiegati a rotazione saranno tre e si divideranno turni e pazienti. In attesa che un nuovo medico accetti il posto. E il progetto è pronto ad essere esportato anche altrove, in base alle necessità. —
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