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Duemila ore di ferie, il dono dei lavoratori dell’Electrolux di Susegana alla collega che può assentarsi per stare accanto alla figlia malata

Tante le ore regalate ad un’operaia che, in alternativa, rischiava di perdere il lavoro a causa della grave malattia che ha colpito la bimba di soli 4 anni. Le Rsu: «E’ ora di dare sostanza ai principi della Costituzione»

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Una diagnosi difficile, se poi colpisce un bambino diventa straziante, a cui si sommano i problemi di come conciliare la vita lavorativa con l’impegno della cura. E a volte l’alternativa non c’è: se tuo figlio o tua figlia hanno bisogno di te, tu ci sei. Costi quel che costi. 

E le leggi? Hanno i loro limiti.

Ma c’è qualcosa che limiti non ne ha, ed è la solidarietà.

Una straordinaria solidarietà che è stata messa in campo all’Electrolux di Susegana, dai lavoratori di quello stabilimento e dalle Rsu Fim Fiom e Uilm, con il contributo dell'azienda (il 20% delle ore lo ha infatti messo lei) che hanno avviato una raccolta diversa dalle solite, una raccolta di ore di ferie che vengono così messe a disposizione della collega che potrà quindi assentarsi dal lavoro per stare accanto alla sua bimba – che fortunatamente sta reagendo bene alle cure – senza timori di perdere il posto.

Duemila ottanta ore di ferie – questo il conteggio esatto – sono corrispondenti a oltre un anno di “assenza” giustificata, e retribuita. E se servirà, probabilmente la “raccolta” potrà essere replicata. E se invece quel “tesoro” fosse esuberante, tornerà nella disponibilità di chi lo aveva donato.

«Una solidarietà così importante e allo stesso tempo rara, è un bel esempio difficilmente replicabile su larga scala, ancorché giusto – è la considerazione delle Rsu di Susegana –. In contesti lavorativi più tipici del nostro territorio, dove la gran pare dei lavoratori prestano l'opera in imprese di modeste dimensioni - la media è sotto i 5 dipendenti - è improponibile. Le 2.000 ore se divise per il numero dei dipendenti dell'Electrolux di Susegana portano ad una media sotto le 2 ore a dipendente. Media del pollo, visto che per donare ore di ferie, permessi o banca ore il lavoratore doveva avere dei residui di anni precedenti inutilizzati, il che ha ridotto la platea dei donatori. Ma ciò detto, il punto su cui interrogare istituzioni regionali e nazionali e l'opinione pubblica, è come sia possibile che una giovane madre si possa trova in questa situazione dove per accudire una figlia debba rischiare di perdere il lavoro, il reddito con tutte le conseguenze che ciò produce. La disperazione di fronte a questa prospettiva, conosciuta da questa lavoratrice alla quale era stato comunicato che aveva finito ogni istituto utile per assentarsi, non è da augurare neanche al peggior nemico».

Le norme a tutela della genitorialità prevedono che solo fino ai tre anni della figlia o figlio un genitore possa assentarsi per il tempo della malattia, cioè senza limiti se non la guarigione. Oltre quell'età e fino ai 14 anni ci sono 5 giorni all'anno per assistenza in caso di malattia, non retribuiti. Superati i quali il genitore non ha alternative o il lavoro o l'accudimento.

«Ma ci sono casi in cui non si può neanche scegliere, perché se non lo accudisci è considerato abbandono di minore. C'è chi può contare su una rete famigliare o amicale, che sopperisce, ma non sempre esiste e non sempre è possibile delegare il ruolo genitoriale, tanto più della madre verso la piccola o il piccolo», ancora i rappresentanti dei lavoratori.

«E qui – è la sottolineatura – c'è tutta l'inciviltà politica di un Paese che piange per “inferno demografico” definizione del Ministro, ma lascia soli i genitori nel momento del massimo bisogno, scaraventandoli in un girone infernale in cui si rischia di trascinare l'intera esistenza e dimensione famigliare. É interessante vedere come la Costituzione si preoccupi della “famiglia naturale fondata sul matrimonio”, del “dovere dei genitori di mantenere, accudire e educare i figli anche nati fuori dal matrimonio”, della Repubblica che “tutela e garantisce la salute dell'individuo”, ma nulla dice ne la Costituzione ne le leggi, sul come deve fare un genitore di una figlia di 4 anni a salvaguardare la salute della creatura, il suo lavoro e il reddito, tutti elementi essenziali del vivere, per i più, visto che l'uno – accudire - può portare la fine degli altri- reddito e lavoro. Le altre belle parole della Costituzione come la Repubblica “richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” per la lavoratrice si sono realizzate grazie alla solidarietà dei colleghi, e nell'abbandono sul punto dello Stato complessivamente inteso, ma tutti gli altri che questa dimensione solidale, organizzativa, sindacale, contrattuale oltre che numerica non ce l'hanno? Come ha detto lavoratrice prima di sapere della soluzione adottata su iniziativa della RSU di stabilimento: “è un incubo che non so come affrontare”».

mauradellecase@gmail.com

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