Il villaggio dove cresce il futuro
Nasce a Padova l’acceleratore di startup di Crédit Agricole. Camera di commercio, Cariparo, Unipd, Galileo Visionary District e Assindustria Venetocentro sono i partner dell’iniziativa
Roberta Paolini
La diagnosi precoce del cancro tramite l’intelligenza artificiale, le nanotecnologie per realizzare terapie contro le malattie autoimmuni, le batterie al sale o nichel/ferro, i sistemi di pagamento avanzati, le piattaforme per la creazione di esperienze virtuali nel metaverso, lo sviluppo della tecnologie per le imbarcazioni in termoplastica e fibra di lino, la piattaforma per prenotare anticipatamente i propri piatti al ristorante con la possibilità di controllare scorte in cucina e evitare sprechi alimentari.
Si chiamano Diamante, Finapp, Coderblock, Cibuspay, Kemaji, 34 in tutto. Sono le start up che abitano Le Village by CA, che verrà inaugurato oggi a Padova – in zona Stanga a Padova Est, nello stesso stabile della sede di Assindustria Venetocentro – e che ieri è stato presentato in anteprima alla stampa. Un luogo fisico in cui non si condivide semplicemente uno spazio di lavoro con altri visionari della tecnologia, ma un ecosistema, un crocevia in cui l’innovazione si apre al territorio.
Non lo è solo idealmente lo è anche nella realtà. La struttura architettonica dello stabile vede due cerchi concentrici. Nel primo, più esterno, si snodano scrivanie in cui si possono trovare, l’una accanto all’altra, le tecnologie più diverse, dal biotech all’ambiente, dalla finanza ai materiali sostenibili, dalle batterie al sale al metaverso. L’altro centrale, in cui si schiude la piazza, è il luogo in cui le idee si fanno corpo e business: un autentico baricentro della contaminazione tra grandi corporate, giovani imprese, investitori e facilitatori che caratterizza la vita nel villaggio.
L’esperienza padovana è un caso un po’ diverso rispetto agli altri villaggi creati da Crédit Agricole, per il fortissimo commitment che la sta sostenendo. Infatti è l’unico dei 43 Village by Ca con una compagine sociale mista. La newco costituita vede oltre al ruolo predominante del Crédit anche l’ingresso nel capitale degli attori economici del territorio e dell’Università.
«Crédit Agricole FriulAdria - ha spiegato Carlo Piana, presidente Le Village by CA Triveneto e Direttore Generale Crédit Agricole FriulAdria - ha voluto farsi capofila di un grande progetto di open innovation green che combina l’innovazione con la sostenibilità a favore delle aziende del Nord Est, siano esse giovani startup o imprese corporate impegnate a far evolvere il proprio modello di business. Ad un anno dall’avvio, il bilancio dell’iniziativa ha superato le nostre previsioni più ottimistiche».
Le Village by CA Triveneto è il terzo acceleratore promosso in Italia dal Gruppo bancario, che a Padova ha trovato fin dalle prime fasi la convinta collaborazione di primarie realtà territoriali come Camera di Commercio di Padova, Fondazione Cariparo, Assindustria Venetocentro, Università di Padova (attraverso Fondazione UniSmart) e Parco Scientifico e Tecnologico Galileo Visionary District. Tutti questi attori sono rappresentati nella newco costituita oltre un anno fa per dare concretezza al progetto, la cui direzione è stata affidata al manager veneto Matteo Di Biagi.
«Arriviamo ad inaugurare la sede del Village Triveneto dopo un anno dall’avvio del progetto e l’ottenimento di importanti risultati: 34 startup, 18 aziende partner e 46 abilitatori che popolano il nostro Villaggio dell’innovazione. La loro partecipazione, ancor prima che l’immobile fosse pronto, dimostra che stiamo realmente costruendo un ecosistema attrattivo per i principali attori dell’innovazione del Triveneto e non solo».
Negli ultimi mesi si sono anche innescati meccanismi virtuosi, spiega Di Biagio, «che hanno visto 3 delle nostre startup chiudere un round di investimento». Si tratta di Finapp, società che ha utilizzato come tecnologia abilitante quella del detector sviluppato per trovare, a grande distanza, la presenza di materiale radioattivo. Con lo stesso principio si è, infatti, capito che si potevano contare i neutroni ambientali, generati dall’interazione tra i raggi cosmici e l’acqua. Ecco questa start up ha chiuso un round di investimento per 1,2 milioni di euro. Altre risorse sono arrivate invece alla biotech Diamante, 350 mila euro e 330 mila euro anche a Logbot, start up che ha ideato e sviluppato una piattaforma IoT permettendo a chi opera nel settore dell'automazione industriale di entrare nel mercato dei servizi con costi ridotti e time to market quasi nullo.
Questi esempi, spiegano Di Biagio, servono a comprendere il senso dell’esistenza di un luogo come Le Village, che non si limita solo a trovare potenziali investitori, ma supporta le start up nella fase di sviluppo, nella scalabilità del business in cui si sono posizionati. E come, con i partner, aziende già dimensionate che utilizzano l’innovazione prodotto con progetti dedicati al proprio interno.
Non è tutto perché l’investimento fatto per Le Village, circa 2 milioni di euro, verrà potenziato dal fatto che nello stesso stabile arriverà presto il Parco Galileo,con il suo incubatore Start Cube e la Scuola Italiana di design.
I commenti dei lettori