Mib, Obloo, Lef, atenei ecco la nuova alleanza per start up deep tech
Quindici ricercatori per 10 startup e idee d’impresa sono stati selezionati da Obloo Venture Factory (advisor di fondi deep tech per circa 70 milioni di euro) tra i migliori progetti nati in seno ai laboratori di ricerca delle Università italiane
Maura Delle Case
Quindici ricercatori per 10 startup e idee d’impresa sono stati selezionati da Obloo Venture Factory (advisor di fondi deep tech per circa 70 milioni di euro) tra i migliori progetti nati in seno ai laboratori di ricerca delle Università italiane.
Un riconoscimento che aprirà loro le porte del master Executive Mba in Business Innovation del Trieste School of Management (Mib), percorso di alta formazione che gli permetterà di trasformare l’idea innovativa in un “prodotto-servizio” in grado di misurarsi sul mercato.
Il Mib non è l’unico tassello Fvg che prende parte al progetto. Alla teoria garantita dall’istituzione giuliana si affiancherà la pratica offerta dalla Lef (Lean experience factory) di San Vito al Tagliamento che consentirà ai partecipanti di testare concretamente fattibilità ed economicità produttiva dei rispettivi prodotti da presentare poi agli investitori.
Quarto e ultimo partner la padovana Scuola Italiana Design che fornirà agli spinoff un percorso di design thinking con circa una decina di studenti del secondo e terzo anno protagonisti di un’attività di ricerca ad hoc per ciascuna startup selezionata dal programma.
«Il fulcro pedagogico su cui si basa questo progetto - dichiara Francesco Venier, direttore della divisione Executive Education di Mib School of Management di Trieste - sta nel confronto tra gli scienziati e i manager di aziende consolidate che intendono evolvere il loro approccio alla gestione d’impresa tramite le competenze e il mindset imprenditoriale che il mondo del technology transfer può offrire generando così una spinta all’evoluzione organizzativa e strategica».
«L’aspetto legato all’essere umano, sia come sviluppatore che come fruitore della tecnologia, è centrale in progetti come questo - aggiunge Marco Olivotto, direttore generale della Lean experience factory -. Noi siamo un player di respiro nazionale che abilità proprio questo genere di percorsi e crediamo fermamente che il successo di tali progetti si basi sull’interazione positiva tra più attori con approcci diversi e innovativi ma che siano in grado di focalizzare la loro attività su obiettivi comuni».
I commenti dei lettori